giovedì 30 gennaio 2014

SECONDA GIORNATA - NOVELLA N.10

SECONDA GIORNATA – NOVELLA N. 10


Paganino da Monaco ruba la moglie a messer Ricciardo da Chinzica, il quale va a riprendersela ,diventa amico di Paganino e gliela chiede ; egli ,se, lei vuole, glielo concede, ella non vuole ritornare col marito e, morto messere Riccardo, diviene la moglie di Paganino.

Tutti apprezzarono il racconto della regina, ma soprattutto Dioneo, che doveva concludere la seconda giornata con la sua novella.
Egli cominciò col dire che gli uomini che se ne andavano in giro per il mondo, divertendosi ora con una femmina, ora con un’altra, pensavano che le donne che restavano a casa se ne stavano con le mani in vita, come se, nascendo, crescendo e vivendo con loro, non conoscessero che cosa desideravano.
Egli avrebbe dimostrato la stupidità di quegli uomini e ancor più di quelli che, credendosi più potenti per natura, pensavano di fare più di quello che potevano e volevano tirare dalla loro parte chi non era portato per natura.
Proseguì, poi, dicendo che viveva a Pisa un giudice ,di nome messer Ricciardo da Chinzica, dotato più d’ingegno che di forza fisica. Essendo molto ricco, cercò, con molto impegno, di trovare una moglie bella e giovane, pensando di ricavarne lo stesso piacere che gli veniva dai suoi studi, cosa che, invece, avrebbe dovuto evitare.
Messere Lotto Gualandi gli diede in moglie la figlia Bartolomea, la più bella e graziosa delle fanciulle pisane, che ,in verità, ve ne erano poche che non sembrassero delle lucertole verminare.
Furono celebrate le nozze con grande sfarzo. La prima notte di nozze Ricciardo, con grande sforzo, a stento riuscì ,una volta, a possederla e poco mancò che facesse cilecca. La mattina dopo, al risveglio, essendo magro e secco, cercò di migliorare la situazione con vernaccia e pasticcini.
Allora il giudice, consapevole della sua scarsa vitalità amatoria, fece leggere alla moglie un calendario fatto a Ravenna, usato dai fanciulli. Il calendario ogni giorno indicava la festa di un santo, per la cui reverenza, l’uomo e la donna dovevano astenersi dall’unirsi; vi erano, poi, i giorni dedicati ai digiuni, i venerdì, le vigilie degli apostoli, i sabati e la domenica del Signore e la Quaresima.
Riteneva, infine, che bisognava rispettare il calendario e fare con le donne nel letto, come si faceva nelle cause civili, cioè rispettare il giorno di riposo. Così forse una volta al mese facevano l’amore, con grande malumore della donna. Le cose andarono così per lungo tempo, senza che nessuno le insegnasse i giorni del lavoro, come il marito le aveva insegnato i giorni delle feste.
In un periodo di gran caldo, messere Ricciardo se ne andò in villeggiatura con la moglie in una sua proprietà vicino Montenero, nel Livornese. Stando lì, per farla distrarre, la portò a pescare con due barchette, su una stava lui con i pescatori, su l’altra la moglie con le donne.
Senza accorgersene giunsero fino al mare, dove si trovava un galeotto (nave) del famoso corsaro Paganin da Mare. Il corsaro, avvistatele, si diresse verso le barche, raggiungendo quella su cui si trovava la donna.
Paganin, vedendo la bella donna la pose sulla sua nave e andò via, mentre la barca di Ricciardo giungeva a riva. Il giudice si lagnò della malvagità dei corsari senza sapere chi gli aveva rubato la moglie e dove l’aveva portata. Frattanto ,Paganino , vedendo la donna così bella e non avendo moglie, pensò di tenersi costei. Venuta la notte, cominciò a consolarla con i fatti , oltre che con le parole, e così bene la consolò che prima che giungessero a Monaco, ella dimenticò il calendario, il giudice e le sue leggi e cominciò a vivere molto felicemente con il corsaro, che, condottala a Monaco, onoratamente la teneva come moglie.
Dopo un certo tempo, Ricciardo, avendo saputo dove era la moglie, desideroso di riaverla con sé, decise di andare a Monaco da Paganino , per offrirgli quanti danari volesse per riscattare la moglie.
Incontratosi con il corsaro, con cui in poco tempo venne in grande amicizia, gli spiegò la ragione della sua venuta e gli offrì tutto il denaro che voleva per riscattare la moglie.
Paganino, sorridendo, rispose che aveva una giovane in casa, ma non sapeva se era la moglie, che l’avrebbe condotto da lei. Se veramente era così come Ricciardo diceva e la donna voleva ritornare con il marito ,l’avrebbe lasciata andare, con il riscatto che il signore voleva pagare. In caso contrario, il giudice avrebbe lasciato la donna al corsaro, che era giovane e l’amava.
Ricciardo, sicuro di sé, accettò, precisando che come la moglie l’avesse riconosciuto, gli avrebbe buttato le braccia al collo. Andati, dunque, a casa sua, Paganino fece chiamare Bartolomea, che venne, vestita con molta cura, e riservò a Ricciardo la stessa accoglienza che avrebbe riservato ad un altro forestiero che fosse venuto in casa sua. Il marito, ritenendo che il dolore e la tristezza lo avessero talmente trasformato da renderlo irriconoscibile agli occhi della moglie, tentò, in tutti i modi, di farsi riconoscere. Ma la donna insistette sostenendo di essere stata scambiata per un’altra, perché non ricordava di averlo mai visto.
Riccardo, pensando che ella così dicesse per paura di Paganino, chiese di essere lasciato solo con lei, promettendo che non avrebbe tentato di baciarla contro la sua volontà.
Rimasti soli, come si misero a sedere, l’uomo tentò nuovamente di farsi riconoscere.
La donna incominciò a ridere e senza mai smettere, disse “ Sapete bene che non sono così smemorata da non riconoscere che siete Ricciardo di Chinzica, mio marito, ma voi, mentre stetti con voi, dimostrate di conoscere assai male me. Infatti, se foste stato saggio, avreste dovuto sapere che io ero giovane e forte e che, altre al vestire e al mangiare, avevo diritto a quelle cose che non si dicono per vergogna, cose che voi sapete bene come le facevate. Se preferivate più lo studio delle leggi che la moglie, non dovevate sposarvi. Anche se, in verità, sembravate più un banditore di feste, di sagre, di digiuni e di vigilie.
Se foste stato un contadino, come quelli che coltivano le vostre terre, tra tutte le giornate festive ,non avreste raccolto nemmeno un granello di grano.
Per caso ho incontrato quest’uomo che non conosce quelle feste che conoscete voi, più devoto a Dio che ai desideri delle donne.. In questa stanza non entrò né sabato, né venerdì, né quaresima, anzi si lavora sempre di notte e di giorno, senza riposarsi mai. Per questo resterò qui a lavorare mentre sono giovane e le feste, i perdoni, i digiuni li conserverò per quando sarò vecchia. Voi ,con tanti auguri di buona fortuna ,andatevene e, senza di me, celebrate tutte le feste che volete”.
Ricciardo, udendo queste parole, biasimò il comportamento della donna che preferiva rimanere con il corsaro, come concubina, piuttosto che come sua moglie , con onore, a Pisa, e la scongiurò di ritornare a casa con lui.
La donna, prontamente, rispose che non si preoccupava dell’onore suo e dei suoi parenti, che l’avevano data in sposa a lui, di cui si conosceva la scarsa virilità. Era ormai troppo tardi, ella si sentiva più moglie di Paganino, che tutta la notte la teneva abbracciata, la stringeva e la mordeva, che sua.
Lo invitò, infine, a ritornare a Pisa e a curarsi perché lo vedeva triste e malaticcio (tisicuccio) e aggiunse che se anche il suo uomo l’avesse lasciata, mai più sarebbe ritornata a Pisa, ma avrebbe cercato altrove il suo interesse. Ripetendogli che con il corsaro non vi erano né feste ,né vigilie e che lì voleva restare, lo minacciò che se non se ne fosse andato immediatamente, avrebbe gridato che la stava molestando.
Messer Ricciardo, vedendosi a mal partito e conoscendo la follia della moglie, uscì moggio moggio dalla camera, e, inventando un sacco di scuse, si congedò da Paganino e ritornò a Pisa. Per il dolore impazzì e a chiunque lo salutava rispondeva “ il mal foro non vuole feste” e poco dopo morì.
Paganino come seppe la notizia, sposò la donna che lo amava e continuò la sua vita, felicemente, senza guardare mai a feste, vigilie e quaresime.
Perciò Dioneo concluse dicendo che ser Bernabò discutendo con Ambrogiuolo faceva male i fatti suoi.





2 commenti:

  1. ma è il testo tradotto oppure è una spiegazione?

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  2. Il testo non è quello originale, il quale è un po' arduo da intendere. Comunque la "traduzione" nel linguaggio attuale è buona e molto fedele.

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