sabato 14 gennaio 2023




"PORTANOVA" CUORE DELLA CULTURA NAPOLETANA

Siamo ormai in dirittura d'arrivo. Finalmente sono stati raggiunti i tanto ambiti due milioni di lettori del "Decameron" di Boccaccio.
Mi ritorna alla mente l'inizio di questa avventura letteraria. Era una fredda giornata invernale, dovevo assolutamente recarmi a Napoli all'Università per incontrare il Prof. di Storia dell'Arte. Erano ormai le ultime battute relative  alla conclusione e alla consegna della tesi di laurea. Mi vestii con molta cura, data l'importanza dell'incontro. Indossai un elegante completo pantalone marrone chiaro. Giunta in sede, parcheggiai e mi avviai al Cortile del Salvatori per l'incontro con il Docente. Egli si complimentò per lo svolgimento del lavoro e diede via libera alle fasi conclusive della stampa e consegna. Uscii felice dall'aula e mi fermai a fumare una sigaretta nello splendido cortile austero e raffinato, che tante volte mi aveva accolto.
Siccome avevo finito presto decisi di inoltrarmi nella Napoli storica alla ricerca di oggetti particolari. Attraversai prima San Biagio dei Librai e poi giunsi alla famosa "Portanova" ,cuore della cultura napoletana. Manco da quella zona da tanto tempo per cui non so quali mutamenti abbia subito. Rivivo con la memoria quella giornata che porterò sempre nell'animo. Quella strada era molto conosciuta nell'ambiente universitario perchè lì si concentravano tutti i librai più antichi della città. Vi era nella zona una tradizione particolare. I nobili napoletani, persone di grande cultura, quando morivano senza eredi, lasciavano libri di gran valore, conservati con  amore nelle biblioteche di famiglia, ai librai di "Portanova". Gli studiosi e gli intenditori, quando volevano trovare opere antiche e pregiate, si recavano in quel luogo, e il più delle volte raggiungevano il loro scopo. Il posto era veramente particolare, in quanto  pieno zeppo di bancarelle, poggiate lungo le mura, affiancate l'una all'altra, lasciando appena un po' di spazio per permettere il passaggio ai visitatori.
Entrata, fui immediatamente travolta dalla frenesia di comprare quanti più libri possibile. Partii dall'Ars Amatoria di Ovidio per passare, poi, alle Odi di Catullo, alle Satire Oraziane, alle Bucoliche Virgiliane con Titiro che riposa ,sdraiato all'ombra di un verde albero, mentre Melibeo deve abbandonare le sue terre. Ero talmente presa dalla ricerca spasmodica dei testi, che mi appoggiai col corpo sulla bancarella, coperta da un leggero telone, sporgendomi per afferrare i volumi più lontani da me. Non mi accorsi che, frattanto, era scoppiata una violenta bufera e continuai, imperterrita, a scavare tra i libri.
Ad un tratto mi sentii tirare da un uomo molto distinto, il quale mi disse molto garbatamente "Signora, la prego, entri nella libreria, lei non si è accorta che sta piovendo a catinelle e si è tutta inzuppata". Mi riscossi, come se mi fossi risvegliata da un sogno. Aiutata dal libraio a portare i libri, entrai in un ambiente senza tempo e, all'ingresso, vidi il Decameron del Boccaccio. Subito afferrai quel volume, che mi aveva sempre affascinato e lo poggiai sul bancone insieme agli altri. Il libraio, frattanto, stilava il conto dei testi che volevo comprare. Quando giunse al Decameron, mi guardò con simpatia e mi disse "Signora, se permette, questo libro vorrei regalarglielo come un omaggio alla cultura". Fui immensamente sorpresa dal dono ed ebbi, al tempo stesso, la conferma della cultura, del garbo e della signorilità dei napoletani veraci. Ebbi così la certezza di dovermi dedicare al lavoro sul Boccaccio e sulla sua Opera, cosa cui già da tempo pensavo. Ormai  il Decameron ha valicato le Alpi e gli Appennini, ha superato i Mari e gli Oceani. Il tutto anche grazie alla libera interpretazione in italiano moderno, operata da me, Luciana De Lisa Coscioni. Tale ardua impresa è stata possibile grazie all'aiuto di mio figlio Francesco Coscioni, NEO Editore. Egli mi ha supportato nell'uso delle nuove tecnologie informatiche che consentono la traduzione simultanea in tutte le lingue. Grazie ad esse non c'è luogo dove non sia giunto il Decameron, come si può vedere dai prospetti forniti da Internet.