sabato 5 marzo 2022

 

                                

                                  RICORDI E PENSIERI

5/3/2022

Non avrei mai pensato, nel ricordare la storia della mia cara famiglia, che i miei ricordi sarebbero diventati di grande attualità , nell'arco di pochi mesi. Sembravano eventi legati ad un lontano passato. ritornano ,invece, presenti e vivi con la loro drammaticità.

Riporto, di seguito, il racconto da me scritto il 15 dicembre 2021, stringendomi ai lettori con il cuore pieno di ansia.

                                         LA VEDOVA BIANCA

Anche stasera riprendo il mio viaggio nel passato e mi lascio guidare dall'onda dei ricordi. Il pensiero ritorna al mio bisnonno a Sassano, paesello del Vallo di Diano, dove vivevano poche anime, tutte legate tra loro da rapporti di parentela e di amicizia. Nel paesello nasce una stella, che diventa una fanciulla splendida, sicuramente la più bella del paese. Ella attrae tutti con la sua pelle rosea e le sue rotondità.    Il ragazzo se ne innamora perdutamente e anche lei gli corrisponde.  I due giovani ben presto si sposano e mettono a l mondo due figli, un maschio e una femmina. La vita sembra sorridere loro, ricca di doni e di felicità. Ma gravi insidie sono in agguato. 

Gli eventi storici, che abbiamo studiato con distacco e scarso interesse, vengono a sconvolgere l'esistenza di tanti esseri umani. Siamo agli inizi del '900 (1914/15), scoppia la prima guerra mondiale. Mio padre è nato da pochi mesi quando il nonno viene richiamato alle armi. Egli parte con la morte nel cuore, lasciando la moglie e i suoi piccoli nella disperazione. Tutto il mondo è sconvolto dal catastrofico evento. La vita che fino ad allora scorreva lenta e monotona, ma serena, cambia completamente. Gli uomini partono per il fronte, le donne restano da sole a provvedere alle esigenze della famiglia e a proteggere i propri figli, nella fame e nella miseria più nera. Le giornate trascorrono tra un allarme e l'altro, nell'attesa spasmodica di comunicazioni, che, quando arrivano parlano di drammatiche  uccisioni e di morti. Il tempo scorre con una lentezza esasperante, le informazioni tardano ad arrivare. Passano i mesi, passano gli anni, ma del caro soldato nessuna notizia. Dai soldati che ritornano a casa non più in grado di combattere essendo stati feriti o mutilati, la donna viene a sapere che il marito è partito per il fronte. Dopo queste notizie subentra un silenzio glaciale. Finita la guerra, la giovane viene dichiarata "Vedova bianca", come tutte le donne i cui mariti non sono ritornati in patria, di cui non sono stati ritrovati i cadaveri.

Quante volte nostra nonna, riunendo noi nipoti intorno al caldo fuoco del camino, ci ha parlato della sua eterna attesa del uomo amato, del suo svegliarsi all'improvviso nel cuore della notte al sentire un passo o il suono di una voce. Purtroppo si trattava solo di suggestioni.

Ella non si è ricostruita una vita, è rimasta sempre in attesa del suo uomo che non sarebbe ritornato mai più.



                                      

giovedì 3 febbraio 2022

 


             L'Armata Brancaleone 3/02/2022


Questa notte, precisamente la notte tra il 2 e il 3 febbraio 2022, non riuscivo in nessun modo a prendere sonno. Che brutta cosa l'insonnia, non è una malattia vera e propria, ma è molto debilitante. Mi giravo e rigiravo nel letto, pensando alla situazione sanitaria attuale, nella quale l'epidemia di Covid ancora non ci abbandona.

Riflettevo sulla mia organizzazione familiare attuale in quanto mia nipote Alice era in DAD, perchè due sue compagne di Scuola erano risultate positive.

Ho acceso la televisione e mi sono imbattuta in uno dei films più particolari del '900. Mi riferisco all'Armata Brancaleone e a Brancaleone alle Crociate, protagonista il grande Vittorio Gassman, affiancato da Enrico Maria Salerno.

Inizialmente mi ha colpito la cura particolare per la lingua parlata dai personaggi, il Volgare medioevale, tipico del passaggio dal latino all'italiano e alle altre lingue neolatine.

Man mano che le immagini si snodavano, venivo inghiottita dalla singolare atmosfera.

Siamo in pieno Medio Evo, quando le epidemie di malattie gravissime, quali la peste e la lebbra erano all'ordine del giorno. Nelle corti e nei castelli medioevali si sviluppavano terribili epidemie nel silenzio e nell'abbandono degli esseri umani.

Come, dunque, non andare col pensiero alla situazione del '900 e a quella attuale ? Sebbene siano passati alcuni millenni le epidemie provocano ancora migliaia di morti. Nel Novecento la popolazione mondiale è stata colpita da epidemie di peste, di colera, di tubercolosi, più comunemente conosciuta come "mal sottile", che colpiva i polmoni. e di cui ci parla Giuseppe Verdi ne "La Traviata".

Gravissima è stata anche la poliomielite, che colpisce gli arti inferiori, determinando invalidità permanenti. Quanti giovani di allora, sopravvissuti alla polio, ormai anziani, portano ancora i segni di questa gravissima malattia.

Per non parlare, poi ,di malattie meno devastanti ma ugualmente debilitanti, quali l'influenza, il tifo, il morbillo ,la rosolia.  Quest'ultima colpisce soprattutto  le donne ed è particolarmente pericolosa per quelle in gravidanza. Essa ,infatti, agisce sul feto, determinando gravi malformazioni.

Lo sviluppo delle scienze ha fatto grandi progressi. Grazie ai Vaccini cui vengono sottoposti i bambini in tenerissima età, ai quali vengono rilasciati certificati medici che consentono di frequentare le Scuole e di vivere una vita sociale serena, queste malattie sono state neutralizzate ,anche se non del tutto debellate.

Attualmente, contro il Covid, tanti sono stati i progressi ottenuti. Infatti sono stati prodotti Vaccini efficaci e si è attivata tutta una rete di servizi sanitari per poter vaccinare i cittadini di tutte le età.

Stranamente, di pari passo con il progredire degli studi sui vaccini anticovid, si sta diffondendo una campagna contraria alla vaccinazione, che si infiltra subdolamente nella popolazione.

Tutto ciò sta creando una contronda, che compromette il migliorare delle condizioni di vita e il ritorno alla normalità.

Il continuo suono delle ambulanze che attraversano le autostrade e trasportano gli ammalati negli ospedali dove vi sono posti disponibili, ci dice che il pericolo non è ancora passato.

Ringrazio la Collega che mi scriveva di aver letto  in classe il mio  lavoro, ma che avrebbe voluto un messaggio di speranza da parte mia. La invito, infine, ad esortare le famiglie e gli alunni a sottoporsi alle vaccinazioni, come previsto.

C'è bisogno della mobilitazione di tutti noi ed allora, veramente, ce la faremo.

Luciana De Lisa Coscioni