mercoledì 31 luglio 2013

PRIMA GIORNATA - NOVELLA N.4

PRIMA GIORNATA – NOVELLA N.4



 Un monaco commise un peccato che meritava una gravissima punizione, evitò la pena, evidenziando che  il suo abate si era macchiato della stessa colpa.


Appena Filomena, raccontata la sua novella tacque, Dioneo, senza aspettare il comando della regina, poiché sapeva che, per l’ordine stabilito, toccava a lui, cominciò a parlare “ Donne piene d’amore ,ognuno di noi deve raccontare la novella che , pensa, possa recare a tutti maggiore piacere.
Ho udito, in precedenza, che Giangiotto di Civignì salvò l’anima ad Abraam e Melchisedech, grazie alla sua intelligenza, salvò le sue ricchezze dagli agguati del Saladino, adesso, senza vostri rimproveri, vi voglio dire come un monaco riuscì ad evitare una gravissima pena”.
E iniziò a raccontare che un tempo , in Lunigiana, in un paese non molto lontano, vi era un monastero, con molti più monaci di quanti ve ne erano in quel periodo. Tra questi, ve ne era uno giovane, il cui vigore fisico e la forza giovanile, né i digiuni , né le veglie potevano attenuare.
Un giorno, per caso, a mezzogiorno, andandosene in giro, mentre tutti gli altri dormivano, in un luogo solitario, vide una giovinetta molto bella, forse figlia di un contadino del posto, che coglieva delle erbette nei campi; appena l’ebbe vista fu assalito dal desiderio carnale.
Avvicinatosi, cominciò a parlarle, e tanto proseguì la cosa, che la condusse nella sua cella, senza che nessuno se ne accorgesse.
Mentre i due erano presi dai giochi d’amore, l’abate, che si era appena svegliato, passò davanti alla  cella ed udì degli schiamazzi. Si avvicinò all’uscio e  comprese, senza ombra di dubbio, che lì dentro c’era una femmina. Tentò di aprire, ma non vi riuscì.
Poi pensò di fare diversamente. Rientrò nella sua camera e aspettò che il monaco uscisse.
Il giovane, preoccupato perché aveva sentito uno stropiccio di piedi nel dormitorio, avvicinò l’occhio ad un piccolo foro e vide chiaramente che l’abate stava ascoltando e ,quindi, sapeva che c’era una donna nella sua cella.
Ben sicuro che ciò  avrebbe determinato una pesante punizione, senza dimostrare alcuna preoccupazione, rapidamente, mise a punto un piano che gli avrebbe potuto procurare la salvezza.
Disse alla donna di starsene tranquilla lì dov’era fino al suo ritorno, perché doveva andare a trovare un modo per farla uscire senza essere vista.
Appena fuori, chiuse la cella con la chiave e si recò nella camera dell’abate, al quale chiese il permesso di andare nel bosco a raccogliere la legna, che non aveva potuto raccogliere al mattino.
L’abate, pensando che il monaco ignorasse di essere stato scoperto, acconsentì volentieri e prese la chiave.
Appena il giovane si fu allontanato, cominciò a pensare che cosa gli conveniva fare : se, in presenza di tutti i monaci, aprire la cella e far vedere la colpa, dando a tutti l’occasione di criticarlo per la punizione inflitta al compagno, inoltre, avrebbero voluto sentire dalla donna, come erano andati i fatti.
Pensando tra sé che il padre della ragazza non avrebbe voluto subire quella vergogna, conosciuta da tutti, decise di vedere chi fosse, prima di intervenire.
Tranquillamente, dunque, si recò dal lei, aprì, entrò e l’uscio si richiuse.
La giovane, vedendo l’abate ,si turbò molto, e, per la vergogna, cominciò a piangere.
Il religioso, vedendola bella e fresca, sebbene fosse vecchio, sentì gli stimoli della carne, non meno del giovane monaco, e tra sé, iniziò a dire “ Perché non godo anch’io di questo piacere, che potrà essere a disposizione per me ogni volta che vorrò, per vincere il dispiacere e la noia? Costei è bella e giovane e nessuno al mondo lo sa. Se la posso convincere a fare il mio piacere, non so perchè non debbo farlo. Non lo saprà mai nessuno e peccato celato è mezzo perdonato. Questa occasione , forse non si presenterà mai più. Ritengo sia molto saggio prendersi il bene, quando il Signore lo manda”.
Avendo cambiato completamente intenzione, si avvicinò alla giovinetta ,confortandola e pregandola di non piangere, e, tra una parola e un’altra, le palesò il suo desiderio.
La giovane che non era di ferro né di diamante, molto facilmente si piegò ai piaceri dell’abate.
Il vecchio, abbracciatala e baciatala più volte, salì sul letto del monaco e, tenuto conto del suo rango e della tenera età della giovane, per non offenderla con il  peso del suo corpo, non salì sul petto di lei, ma pose lei sul suo . Così giocarono per molto tempo.
Il monaco, che non era andato nel bosco, ma si era nascosto nel dormitorio, come vide l’abate entrare da solo nella sua cella e chiudere  a chiave la porta, fu certo di aver raggiunto il suo scopo.
Uscito dal nascondiglio, spiando da un buco, vide ed udì tutto ciò che l’altro fece.
L’abate, dopo che si era trattenuto a lungo con la giovinetta, chiusala nella cella , se ne ritornò nella sua stanza.
Dopo un certo tempo, ritenendo che il monaco fosse ritornato dal bosco, lo fece chiamare, lo rimproverò con viso severo e comandò che fosse incarcerato, in modo da poter possedere da solo la giovinetta.
Allora il monaco, molto prontamente, disse “ Signore, non sono ancora stato nell’ordine di San Benedetto tanto a lungo da aver imparato le particolarità di questa regola. Voi non mi avevate ancora detto che cosa i monaci devono fare con le donne, come invece, mi avevate detto per i digiuni e per le veglie. Ora che me lo avete mostrato, vi prometto, se mi perdonate per questa volta, di non peccare mai più e di fare come ho visto fare a voi”.
L’abate, che era uomo prudente, comprese subito che il giovane non solo sapeva, ma aveva visto tutto.
Provando rimorso, si vergognò di punire il monaco, per una colpa per la quale, egli stesso avrebbe meritato una punizione.
Gli perdonò e gli ordinò il silenzio su ciò che aveva visto.

Senza danno per entrambi, fecero uscire la giovinetta, e, tutto fa credere che, in seguito, la facessero tornare più volte. 

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