giovedì 4 dicembre 2014

SESTA GIORNATA - NOVELLA N.9

SESTA GIORNATA – NOVELLA N.9

Guido Cavalcanti con un motto arguto e garbato offende certi cavalieri fiorentini che l’avevano circondato.

La regina, sentendo che Emilia aveva finito la sua novella e che restava da raccontare soltanto a lei e a Dioneo, che aveva avuto il privilegio di essere l’ultimo, cominciò a parlare.
Iniziò dicendo che due novelle che aveva pensato di dire erano già state raccontate, gliene rimaneva, comunque, da raccontare una ,che si concludeva con un motto tanto saggio che non se ne era sentito altro.
Continuò affermando che in Firenze, nei tempi passati, vi erano usanze assai belle e lodevoli, di cui, in quel tempo, non ne era rimasta nessuna a causa dell’avarizia che era cresciuta con le ricchezze e le aveva scacciate tutte.
Tra queste ce ne era una, per la quale i gentiluomini delle contrade si radunavano in diversi luoghi di Firenze, formavano brigate di un certo numero, facendo in modo che oggi l’uno, domani l’altro, e così in ordine, tutti potessero offrire un banchetto, ciascuno nel giorno stabilito, a tutta la brigata.
Spesse volte invitavano anche gentiluomini forestieri, quando capitava, e anche cittadini. E, nello stesso modo, almeno una volta all’anno si vestivano in maniera somigliante e con le persone più importanti cavalcavano per la città. Gareggiavano con le armi soprattutto durante le feste o quando arrivava in città qualche buona notizia di vittoria o d’altro.
Tra queste brigate ce n’era una di messere Betto Brunelleschi, nella quale Betto e i compagni avevano cercato di far entrare Guido ,figlio di messere Cavalcante dei Cavalcanti, a buon motivo. Infatti Guido, oltre ad essere uno dei migliori loici del mondo e ottimo filosofo naturalista (cose delle quali la brigata poco si curava), era ricchissimo ed era un gradevolissimo e garbato parlatore, molto abile ad esprimere con le parole le cose che ritenesse valide.
Messer Betto non c’era mai riuscito e , con i suoi compagni, riteneva che ciò succedesse perché Guido quando cominciava a fare il filosofo si astraeva dagli uomini . Teneva, poi, in gran conto la filosofia di Epicuro, per cui la gente del popolo diceva che egli voleva solo dimostrare che Dio non esisteva.
Un giorno Guido se ne partì dall’Orto di San Michele e andò per il Corso degli Adimari, fino a San Giovanni, tragitto che faceva spesso. Lì c’erano grandi tombe di marmo, che poi erano state portate in Santa Reparata, e molte altre intorno a San Giovanni. Egli si trovava tra le colonne di porfido, le tombe e la porta di San Giovanni, che era chiusa.
Messer Betto, venendo a cavallo con la sua brigata, vedendo Guido tra quelle tombe, propose di andare ad infastidirlo. Spronati i cavalli, prima che se ne accorgesse, lo circondarono scherzosamente e gli dissero “Guido, tu rifiuti di far parte della nostra brigata; ma quando avrai dimostrato che Dio non esiste, che cosa avrai fatto?”.
Guido, vedendosi circondato, subito rispose “Signori, voi a casa vostra mi potete dire ciò che vi piace”. E, posta la mano su una delle tombe, che erano grandi,  molto agilmente la scavalcò e ,liberatosi, se ne andò.
Tutti, guardandosi l’un l’altro, cominciarono a dire che Guido era uno stupido e ciò che aveva risposto non voleva dire nulla. Infatti si trovavano in un luogo che non aveva niente a che fare con loro, né con gli altri
cittadini e, tanto meno, con Guido.
Messer Betto, rivolto ai compagni, disse che erano loro gli stolti, che non avevano capito nulla. Invece Guido, con garbo e con poche parole, aveva detto la più grande villania del mondo, perché, se avessero guardato bene, quelle tombe erano le case dei morti, infatti in esse erano sepolti e dimoravano i morti. Se egli diceva che erano a casa loro, voleva dire che loro e gli altri uomini ignoranti, che non erano letterati, a confronto con lui e con gli uomini colti, erano peggio che uomini morti ,e, perciò, trovandosi lì, erano a casa loro.
Allora ciascuno comprese quello che Guido aveva voluto dire ,si vergognarono e non gli dettero mai più fastidio. Da quel momento in poi tennero in gran conto messer Betto, ritenendolo un brillante ed             intelligente cavaliere.


16 commenti:

  1. comunque Cavalcanti non è della Gang

    RispondiElimina
  2. l'ha dissati tutti e loro zittiiii

    RispondiElimina
  3. Wooooo vai Guido come li ha blastati

    RispondiElimina
  4. Bella a tutti ragazzi sono The Belli Gamer intanto vi ricordo di rinnovare il vostro abbonamento di OnlyFans e di attivare la campanellina per non perdere i miei prossimi contenuti e ora passiamo al video!

    Decameron schifo

    RispondiElimina
  5. guidone gran chad, li distrugge e se ne va

    RispondiElimina