giovedì 27 marzo 2014

TERZA GIORNATA - NOVELLA N.6

TERZA GIORNATA – NOVELLA N. 6

 Ricciardo Minutolo, ama la moglie di Filippello Sighinolfi, poiché era molto gelosa, dice che sua moglie si doveva incontrare con Filippello il giorno seguente a un bagno, ella va e credendo di stare col marito ,si incontra con Ricciardo.

La regina, dopo aver riso della sagacia del Zima, fece cenno di proseguire a Fiammetta.
Considerato che non soltanto a Firenze, ma anche in altre parti del mondo accadevano cose da raccontare, Fiammetta iniziò raccontando di una bigotta che schifando, inizialmente, l’amore, dall’astuzia dell’amante fu indotta a conoscerne i frutti.
A Napoli, città antichissima, la più allegra, certamente, di tutta l’Italia, viveva un giovane di nobile origine , il cui nome era Ricciardo Minutolo. Egli, sebbene avesse una moglie giovane e bella, si innamorò follemente di un’altra donna, che superava in bellezza tutte le altre donne napoletane. Si chiamava Catella ed era moglie di un gentiluomo di nome Filippello Sighinolfi, da lei molto amato.
Ricciardo, follemente invaghito di Catella, si disperava perché la donna era irraggiungibile .
Le sue parenti lo consolavano e gli consigliavano di rinunziare perché ella era innamorata del marito ed era di lui gelosissima.
Ricciardo, conoscendo la gelosia di Catella, mise a punto un piano.
Diffuse la voce che era innamorato non più di Catella, ma di una seconda donna, per cui fu trattato con maggiore cordialità.
Durante il periodo estivo, quando faceva molto caldo, i napoletani andavano a divertirsi al mare, per mangiare e cenare.
Ricciardo vi andò e fu ricevuto da Catella e dalle sue amiche, che cominciarono a schernirlo per il suo nuovo amore. Dopo un po’ di tempo, allontanatesi molte donne, i due si ritrovarono con poche altre.
Mentre conversavano, Ricciardo fece una battuta scherzosa su un certo amore di Filippello, suo marito.
Catella, rosa dalla gelosia, pregò il giovane di essere più chiaro. Egli si fece giurare che non avrebbe rivelato nulla né al marito ,né ad altri. Poi le confessò che sapeva che Filippello voleva possedere sua moglie, come lei stessa gli aveva rivelato. Quella stessa mattina aveva visto la moglie parlare con una femmina, mandata da Filippello, per fissarle un appuntamento ad un bagno al mare, pregandola vivamente di andare.
Ricciardo invitava, dunque, Catella, se ne aveva voglia, ad andare, verso le tre del pomeriggio, quando la gente dormiva, a quel bagno, dove sua moglie aveva convenuto di incontrarsi con Filippello.
Il furbastro, per rendere più credibile l’inganno, aggiunse che non avrebbe fatto andare al bagno sua moglie.
Ma considerò che se Filippello avesse trovato Catella in luogo dell’altra, sicuramente se ne sarebbe vergognato, in questo modo sarebbe stata vendicata sia l’offesa fatta alla donna ,sia quella fatta a lui.
La dama, com’era costume dei gelosi, che credevano a tutto, accesa dall’ira, rispose che avrebbe certamente fatto così e se ne andò.
La mattina seguente, Ricciardo si recò al bagno in questione e diede istruzioni alla padrona, che lo conosceva bene.
Costei nella casa, accanto al bagno, aveva una camera molto oscura, senza finestre che facessero entrare la luce. Vi mise un letto, nel quale il giovane , dopo pranzo, si coricò in attesa di Catella.
Frattanto la donna, riflettendo sulle parole dell’imbroglione, era ritornata a casa, dove aveva ritrovato il marito, che ,immerso in altri pensieri, era stato poco affettuoso. Ciò aumentò i suoi sospetti e la sua determinazione.
Alle tre precise, Catella, con la sua dama di compagnia, andò al bagno indicato da Ricciardo e chiese alla padrona se Filippello era lì. La donna, le indicò la stanza.
Catella vi entrò, col capo coperto, chiuse la porta e fu accolta da Ricciardo con baci ed abbracci, ai quali rispose senza proferir parola, temendo di essere riconosciuta dalla voce.
La camera era oscurissima, della qual cosa i due erano ben contenti. Senza dire una parola, per evitare di riconoscersi, per molto tempo fecero l’amore.
Quando ritenne giunto il momento di mandar fuori tutto il suo sdegno, Catella, adirata cominciò a parlare dicendo” Ahimè, come è mal riposto l’amore di molte donne verso i mariti. Ti ho amato per più di otto anni e tu, invece, ardi d’amore per un’estranea. Io sono Catella, tua moglie, non sono la moglie di Ricciardo, sleale traditore, mi riconosci dalla voce? Mi sembrano mille anni di andare alla luce, così che ti possa svergognare.
Mi hai fatto più carezze in questo poco tempo, quando mi credevi un’altra, che per tutto il tempo che sono stata tua moglie. Sai bene che a casa ti mostri debole e senza forza, come stanotte che non ti sei avvicinato, per giungere fresco cavaliere alla battaglia. Sei diventato muto, udendo la mia voce? Ti illudesti di tener nascosto questo tradimento?”.
E continuò così , con gioia di Ricciardo , che la baciava e l’abbracciava, dicendo che forse era meno bella della moglie di Ricciardo Minutolo, che l’aveva tanto corteggiata, ma non si era mai potuto vantare che lei l’avesse guardato una sola volta.
Tanto grande fu il suo rammarico che Ricciardo, per evitare qualche complicazione, decise di palesarsi e di rivelarle l’inganno.
Presala in braccio, in modo che non si potesse allontanare, le disse “ Anima mia dolce, sono il vostro Ricciardo, Amore mi ha insegnato questo inganno per potervi avere. E’ opportuno che non gridiate, perché se vi sentono altre persone avverranno due cose. La prima è che il vostro buon nome si perderà, perché , se direte che siete stata attirata qui con l’inganno, dirò che non è vero. Anzi aggiungerò che vi ho  fatta venire promettendovi regali e doni che ,poi, non vi ho dato, perciò gridate tanto. E voi sapete che la gente è propensa a credere più al male che al bene e crederà più a me che a voi. Come seconda cosa, scoppierà tra me e vostro marito una inimicizia mortale che provocherà o la sua o la mia morte. Per tutti questi motivi siate saggia e tacete”.
Catella, mentre il giovane diceva queste cose, piangeva forte, pure dovette convenire che poteva accadere ciò che l’uomo diceva, perciò smise di gridare, ma minacciò di vendicarsi .
Ricciardo cominciò ad addolcirla con tenere parole e tanto disse e tanto pregò che la donna si calmò. E ricominciarono ad amoreggiare.
Riconoscendo che i baci dell’amante erano più saporiti di quelli del marito, Catella, cambiata la durezza in dolce amore, amò Ricciardo teneramente. E si godettero il loro amore.
Fiammetta concluse con l’augurio che Iddio facesse godere per amore anche loro.






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