giovedì 13 febbraio 2014

TERZA GIORNATA - INTRODUZIONE

TERZA GIORNATA – INTRODUZIONE

L’aurora volgeva al termine e il cielo si tingeva di rosso.
La regina, svegliati tutti, avendo già mandato il maggiordomo sul luogo dove dovevano andare, con tutto quello che serviva e con tutti i bagagli, si mise in cammino con il resto della compagnia.
Li accompagnò il canto di molti usignoli e di altri uccelli, mentre avanzavano per una stradina piena di erbe e di fiori che cominciavano a schiudersi per il bacio del sole.
Dopo circa duemila passi, verso le nove, giunsero ad un bellissimo palazzo, posto su una piccola altura (poggio di Camerata), entrati, trovarono sale e camere pulite, piene di tutto ciò che poteva servire e lodarono il padrone. Discesi al piano terra trovarono una grandissima corte, con cantine piene di ottimi vini, con una fonte di acqua sorgiva.
Si sedettero sulla terrazza su cui affacciava la sala, mentre il maggiordomo serviva dolciumi e ottimi vini.
Poi si fecero aprire un giardino che costeggiava il palazzo, dove erano splendidi vigneti, con pergolati di viti ,ed altre piante che mandavano un profumo che pareva di essere in Oriente.
Al centro c’era un prato di erba finissima, con fiori di mille colori, con intorno alberi di aranci e di cedri profumatissimi.
Nel mezzo del prato era situata una fontana di marmo bianchissimo con meravigliosi intagli, ricchissima di acqua, che saliva alta verso il cielo e ricadeva con forza. L’acqua che usciva dalla fontana finiva in condotti artificiali che la convogliavano verso due mulini.
Tutti affermarono che sembrava di essere in Paradiso.
Continuando ad esplorare, videro che il giardino era pieno di cento varietà di animali, conigli, lepri, caprioli, cerbiatti che pascolavano liberamente.
A mattinata inoltrata, fecero mettere delle tavole intorno alla fontana e , dopo aver cantato e ballato, andarono a mangiare; poi, poiché faceva caldo, alcuni andarono a riposare ,altri  preferirono trattenersi in giardino a leggere o a giocare a scacchi.
Verso le tre del pomeriggio, lavatisi il viso con l’acqua fredda, riunitisi intorno alla fontana, aspettarono il comando della regina per cominciare a raccontare.

Per primo toccò a Filostrato, che cominciò in questo modo. 

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