NONA GIORNATA – NOVELLA N.7
Talano di Imola sogna un lupo che
squarcia tutta la gola e il viso della moglie; le dice di stare attenta; ella
non lo fa ,e le succede.
Finita la novella di Panfilo, tutti
commentarono la prudenza della donna.
Subito dopo, la regina invitò Pampinea
a raccontare la sua.
Ella incominciò dicendo che altre
volte avevano già ragionato tra loro della veridicità dei sogni.
Sebbene ne avessero già parlato,
pure voleva narrare, con una novelletta assai breve, quello che era capitato,
non molto tempo prima, ad una sua vicina, perché non aveva voluto credere ad un
sogno fatto su di lei dal marito. Non sapeva se conoscevano Talano l’imolese,
uomo assai onorevole.
Egli aveva presa in moglie una
giovane, chiamata Margherita, particolarmente bella, ma sopra tutte le altre
bizzarra, sgradevole e capricciosa, al punto che non voleva fare nessuna cosa
secondo il parere di un’altra persona, né altri poteva farlo secondo il
giudizio di lei.
Sebbene ciò fosse difficile da
sopportare, Talano, non potendo fare altro, stava zitto.
Una notte, essendo andato con
Margherita in campagna, in un loro possedimento, mentre dormiva ,gli sembrò di
vedere in sogno la moglie andare in unn bosco molto bello, che essi avevano,
non lontano dalla loro casa.
Mentre la vedeva camminare nel
bosco, gli sembrò che da una parte del bosco uscisse un lupo grande e feroce,
il quale si avventò alla gola della donna, la buttò a terra e si sforzava di
trascinarla via, mentre gridava, chiedendo aiuto. La donna, poi, uscitagli
dalla bocca, era rimasta con la gola e il viso dilaniati.
Talano, al mattino, svegliatosi,
disse alla moglie “ Donna, sebbene la tua scontrosità mi ha impedito di
trascorrere un solo giorno sereno con te, pure mi addolorerei molto se ti
capitasse qualche incidente.
Perciò, se vuoi ascoltare il mio
consiglio,oggi non uscire di casa”.
Interrogato da lei del perché, le
raccontò, per filo e per segno, il suo sogno.
La donna, scrollando il capo, disse
“ Chi mal vuol, mal sogna. Tu fingi di preoccuparti per me, ma sogni quello che
vorresti mi capitasse. Sicuramente mi guarderò bene di non rallegrarti per
questo mio male, né per altri mali”.
Talano rispose che sapeva bene che
ella gli avrebbe risposto così, che facesse come voleva. Le consigliava,
tuttavia, di rimanere a casa quel giorno, o almeno di non andare nel loro
bosco.
La donna disse che l’avrebbe
ascoltato, ma cominciò a dire tra sé che forse il marito la voleva spaventare
per impedirle di andare nel bosco, perché si era dato appuntamento con qualche
donnaccia e non si voleva far trovare da lei. Non sarebbe stata così sciocca da
credergli. Sicuramente non l’avrebbe ascoltato; ma era opportuno che vedesse
che affare il marito stava tramando, anche a costo di rimanere tutto il giorno
nel bosco.
Detto ciò, come il marito uscì da
una parte della casa, ella uscì dall’altra.
Senza alcun indugio, di nascosto,
se ne andò nel bosco e si nascose nella parte più folta di esso, guardandosi
intorno per vedere se veniva qualcuno.
Mentre se ne stava tranquilla, ecco
uscire da una folta macchia vicino a lei un lupo grande e feroce.
Il lupo le si avventò alla gola,
senza che la sventurata potesse nemmeno chiedere aiuto a Dio, e, afferratala
con forza, cominciò a trascinarla come se fosse stata un piccolo agnellino.
Ella non poteva gridare per la stretta alla
gola, né aiutarsi in nessun modo.
Il lupo l’avrebbe sicuramente
strangolata, se non si fosse scontrato con alcuni pastori, che lo costrinsero a
lasciarla, minacciandolo.
I pastori la riconobbero e la
portarono , ferita e sanguinante, a casa sua, dove , dopo lungo tempo, fu
guarita dai medici.
Rimase, comunque, deturpata
,orribilmente, nella gola e nel viso, che prima era bellissimo.
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