giovedì 2 maggio 2024

 


         L'AGRICOLTURA nella STORIA

         "ITALIA FELIX" e CURIOSITA'

                Quattordicesima puntata

Come ci fa notare Plinio "Tempus ruit", il tempo scorre veloce. Siamo, ormai, nel I sec .a .C. Conclusesi le guerre civili, CESARE, proclamato imperatore, si accinge ad operare una serie di riforme. Infatti il vastissimo impero conquistato dalle legioni ha bisogno di un governo forte e unitario, atto ad interpretare le esigenze di tutti, ricchi e poveri, romani e provinciali. Formula, quindi, tutta una serie di leggi per rafforzare l'autorità dello Stato nell'interesse di tutti e non in quello esclusivo di una sola classe. Distribuisce terre ai veterani e ai cittadini poveri, secondo il programma già tentato dai Gracchi; protegge il lavoro libero contro quello degli schiavi e la piccola proprietà contro il latifondo; aumenta il numero dei senatori, includendo anche dei provinciali. Sviluppa, inoltre, il commercio e l'agricoltura. Va anche ricordata la riforma del calendario. L'uccisione di Cesare causa una nuova guerra, che si conclude con la battaglia di Azio (31 a.C.) e vede la vittoria di Ottaviano su Antonio. Finalmente i triste periodo delle guerre civili si chiude. Purtroppo però la vittoria di Ottaviano segna anche la fine delle libertà repubblicane. OTTAVIANO, che ottiene il titolo di padre della patria e di Augusto, lascia sussistere, almeno di  nome, le istituzioni repubblicane, ma concentra nelle proprie mani ogni effettiva autorità, attuando quel trapasso dalla costituzione repubblicana alla forma monarchica, che dà origine all'impero. Egli realizza una vasta opera riformatrice. Allo scopo di provvedere ad un risanamento dell'economia, si preoccupa di riordinare le finanze pubbliche e di valorizzare l'agricoltura, facendo ritornare alla vita dei campi molti che ne erano stati allontanati dalle necessità della guerra. L'Italia è, ancora, almeno nel I secolo d. C., e nella prima metà del II, uno dei paesi meglio coltivati  dell'impero. Le merci importate dalle province vengono pagate, quasi sempre, con eccellente vino, che si produce in tutta la penisola,, specialmente in Campania e nel settentrione. L'eruzione del Vesuvio, avvenuta nel 79, è stata una grande calamità anche sotto l'aspetto economico. Il fatto che le città arse non sono state ricostruite e che , in quella regione, non è sorta più alcuna nuova città, è indizio del declinare delle forze economiche della Campania. Le piantagioni di viti e l'economia dell'Italia , fondata sull'esportazione del vino, comunque, hanno sofferto gravemente a causa di un altro ordine di fatti. Coll'emancipazione economica delle province, anche Giovenale ci dice che nel II sec. i piccoli proprietari vengono espulsi dai fondi aviti per opera dei grandi capitalisti insaziabili. Plinio il Giovane, uno dei maggiori proprietari, parla, senza reticenze, dei suoi investimenti in terreni e dei crescenti latifondi. Egli appartiene a una famiglia agiata di grandi proprietari, membri della aristocrazia municipale di Como. I funzionari imperiali, nati in Italia cercano un investimento sicuro e preferiscono i terreni, investire in terreni garantisce una rendita sicura.  

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