sabato 3 agosto 2013

PRIMA GIORNATA - NOVELLA N.6

PRIMA GIORNATA – NOVELLA N.6

 Un uomo di valore blocca la malvagia ipocrisia degli inquisitori con una battuta di spirito.


Emilia, che sedeva accanto a Fiammetta, dopo i commenti sul garbato rimprovero della marchesa al re di Francia, appena la regina diede l’assenso, cominciò a raccontare della risposta data da un uomo astuto ad un religioso avaro.
Vi era, dunque, non molto tempo addietro, in Firenze ,un frate Minore, inquisitore degli eretici, il quale ostentava santità e fede in tutti i modi possibili, in realtà era attento a ricercare sia chi aveva la borsa piena, sia chi era debole nella fede cristiana.
Un bel giorno individuò un uomo, più ricco di danaro che di senno, il quale, non per mancanza di fede, ma perché aveva bevuto troppo ed era un po’ allegro, aveva detto alla sua brigata che aveva un vino così buono che ne poteva bere Cristo.
Fu  riferito ciò all’inquisitore, che ben sapeva che quel tale possedeva molte terre e molti denari.
Il religioso ,immediatamente, corse ,con spade e bastoni, a fargli un processo gravissimo, pensando che gli avrebbe portato un bel po’ di fiorini nelle mani.
Fattolo chiamare, gli chiese se era vero ciò che si era detto contro di lui. Il buon uomo rispose di si.
L’inquisitore, devotissimo di San Giovanni Battista , detto Barbadoro, per la barba bionda, disse “ Dunque, tu hai detto che Cristo è un bevitore, amante degli ottimi vini, come se fosse Cinciglione( famoso bevitore) o qualche altro ubriacone e amante delle taverne. Ora vuoi minimizzare la cosa ,con le parole. Ma hai commesso un grave peccato, e ,per questo, hai meritato il fuoco (rogo) e dobbiamo processarti come eretico”.
Con queste parole ,come se lo sventurato fosse stato Epicuro che negava l’immortalità dell’anima, con volto severo gli parlava.
Il pover’uomo, assai spaventato, per mezzo di intermediari, gli fece avere, affinchè potesse essere perdonato,  comprandole con i fiorini di San Giovanni Boccadoro, molte cose da mangiare, oltremodo gradite ai frati minori, che ,pur essendo avidissimi, non potevano toccare denari.
La medicina , anche se il medico Galeno non la include nelle sue ricette, fu salutare, e giovò tanto che il fuoco minacciato, si trasformò in una croce gialla da portare su una veste nera, come una bandiera, da indossare in viaggio.
Il frate ,ricevuti i denari, gli ordinò, ancora, per penitenza di andare ,ogni mattina, ad ascoltare la messa nella Chiesa di Santa Croce, di presentarsi ,poi, davanti a lui ,all’ora di pranzo per rimanere, infine, libero per tutto il giorno.
Il penitente fece tutto con diligenza, finchè ,un giorno ,in chiesa, udì un passo del Vangelo che diceva “voi riceverete per ognuno cento (per ogni cosa che  darete ne riceverete cento), e possederete la vita eterna”.
Questa frase gli rimase fissa nella mente.
Quando, all’ora di pranzo, si recò dall’inquisitore, costui gli chiese se quella mattina aveva udito la messa e se  c’era stata qualcosa che lo aveva particolarmente colpito e che voleva chiedere.
E l’uomo rispose “Si, ho sentito una frase che mi ha fatto provare una grandissima compassione per voi e per gli altri frati , pensando alla triste condizione in cui vi troverete nell’altra vita”.
Il religioso chiese ,prontamente, quale fosse la parola che lo aveva mosso a compassione e il buon’uomo rispose “ Signore, fu quel passo del Vangelo che dice- Voi riceverete per ognuno cento”.
Alla richiesta di chiarimenti sul perché quella frase lo avesse tanto commosso, il furbacchione rispose “ O Signore, da quando sono qui, ogni giorno ho visto che voi date alla povera gente alcune volte una, altre volte due, grandissime caldaie di brodo, che si toglie davanti a voi ,quando avanza; se ,nell’altra vita, per ognuna ve ne saranno rese cento, ne avrete tanto che voi tutti vi ci potrete affogare dentro”.
Tutti gli altri, che sedevano alla tavola e mangiavano avidamente, si misero a ridere e si turbarono.
E, se non fosse stato ,in precedenza, molto criticato per il processo che aveva già intentato, l’inquisitore , subito, gli avrebbe buttato addosso un altro processo per punirlo di quello scherzoso motto, che aveva provocato l’ilarità dei commensali.
Poi, per l’ira, gli ordinò di fare quello che voleva ,senza farsi più vedere.

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