L'AGRICOLTURA NELLA STORIA
"ITALIA FELIX" e CURIOSITA'
Seconda puntata
Alla fine del VII sec.a.c. e all'inizio del VI, la maggior parte della popolazione vive della terra, che è la principale fonte di ricchezza e
l'agricoltura è la principale attività.
Il legame tra poesia e natura diventa più forte. TEOCRITO, originario di Siracusa(310-250 a.c), nella sua poesia ci parla dei pastori della propria terra, presentandoli nel loro ambiente naturale. Egli inventa la poesia bucolica( da " bucoloi" che significa pastori). I componimenti bucolici prendono il nome di "idilli". In essi si sviluppa il genere poetico idillico/pastorale, con vere e proprie gare poetiche, che si svolgono nelle campagne tra i pastori, per alleviare la fatica. La natura funge da cornice alle azioni umane. Il paesaggio si distende con i suoi campi ed è rasserenante. Mi immergo in questo mondo magico, perdendo il senso del tempo.
Ma Esiodo mi scuote, sottolineando che il cammino è , ancora, molto lungo.
Incontriamo, adesso, ARISTOFANE(444 - 388), che ritrae il mondo agricolo di Atene e l'opposizione tra città e campagna, che dura circa 27 anni (dal 431 al 404 a.c.) e vede lo scontro tra Sparta e Atene, per l'egemonia della Grecia (guerra del Peloponneso). Esso cambia il volto della Grecia antica. la civiltà ellenica è distrutta. La guerra e la peste fanno sì che molte persone dalle campagne si riversino in città. Il sovrappopolamento, la mancanza di cibo e di igiene, dovute all'epidemia, provocano la morte di gran parte della popolazione, compresi Pericle, la moglie e i figli. Nella primavera del 422 a.c. Cleone e Brasida, il comandante spartano, perdono entrambi la vita. In breve tempo si giunge alla firma della pace di Nicea.
Aristofane presenta allora, alle feste Dionisie, la Commedia "La Pace", di grande attualità. Protagonista è un contadino attico, di nome Trigeo "Vendemmiatore", che, esasperato per la durata della guerra, decide di salire al cielo, a cavallo di un enorme scarabeo, per chiedere a Zeus la fine di quel flagello. Il protagonista è un contadino, precisamente un vignaiolo, rappresentante di quella categoria che, più di ogni altra, soffriva della guerra e ne desiderava la fine. Vi sono momenti di struggente poesia , evocatrice della serena vita dei campi. In essi Trigeo palesa, dal profondo dell'animo, il desiderio di tornare nel suo campo e a dissodare il terreno con la zappa. (vv.569).(L'attività letteraria nell'antica Grecia.Monaco Casertano Nuzzo.Ed.Palumbo).
Lentamente la vita riprende con le attività ad essa connesse. Le colture principali sono la vite e gli olivi, che forniscono una grande quantità di olio. Si coltivano anche gli ortaggi, i legumi, le piante aromatiche. Numerosi frutteti con piante di fichi, mandorli, meli e peri allietano i terreni. meno sviluppati sono gli allevamenti, ad eccezione dei cavalli, considerati animali di lusso, e le api che producono miele, unico fornitore di zucchero, e la cera. Importante è la lavorazione del legno, utilizzato per la costruzione di case, navi e attrezzi agricoli. Nella commedia "Le Vespe" i riferimenti alla campagna attica sono ridottissimi, ma significativi, perché forniscono informazioni sulla vita campestre del tempo. Viene introdotta l'immagine dei raccoglitori di olive, braccianti agricoli salariati, al servizio dei proprietari terrieri, che li utilizzano accanto agli schiavi nel periodo del raccolto (v.d.Biles-Olson 2015). E' una sorpresa per me che pensavo che la figura del bracciante agricolo retribuito fosse più recente.
Esiodo mi invita a proseguire. Lungo il percorso incontriamo SENOFONTE(430 - 354 a.c.) che nasce ad Atene nel 430 a.c. I suoi genitori sono proprietari terrieri. la sua vita avventurosa, la sua simpatia per Sparta, l'amicizia con Socrate gli vale l'esilio da Atene. Rimane nel Peloponneso per 20 anni. Lì diventa proprietario terriero grazie al governo spartano. E', forse, il re Agesilao a regalargli un podere a Scillunte, dove egli si dedica all'agricoltura, alla caccia ,alla pesca e alla composizione delle sue opere letterarie. Vi organizza anche feste. Matura, quindi, un amore per la serena vita di campagna e per l'organizzazione familiare. Parla della vita trascorsa nell'amministrazione della sua tenuta e della cura della terra nell'opera "L'economico", cui si rifà Virgilio nelle Georgiche. L'oiconomicos da iocos= casa e nomos= legge, è un dialogo sull'amministrazione di un azienda agricola. Il dialogo si svolge tra Socrate e il suo discepolo Critobulo, al quale Socrate riferisce quanto appreso da un esperto sull'agricoltura. In realtà Senofonte stesso è un esperto proprietario di terre e per molti anni ha condotto una grande azienda agricola a Scillunte. Nell"Economico" egli dimostra competenza e passione per l'agricoltura, attività che, in quel secolo agitato da lotte politiche, doveva costituire un'allettante alternativa alla vita tumultuosa delle città .
Interessanti sono le notizie che Senofonte ci dà sulla famiglia e sulla condizione della donna. Sebbene l'uomo e la donna abbiano per natura ruoli diversi, essi sono considerati Esseri di uguale dignità, che hanno bisogno l'uno dell'altro per realizzare il benessere della famiglia e per educare concordemente i figli. La donna, per la prima volta nel mondo greco, è considerata compagna e non schiava del marito: a lei sono affidati, nell'azienda, compiti non meno importanti di quelli che convengono all'uomo. Questo è l'aspetto più moderno dell'0pera e ci permette di farci un'idea del tenore di vita dei Greci nel IV sec.a,c., in particolare, dell'ambiente rurale che era stato trascurato dagli altri scrittori greci.
Nell'ECONOMICO egli fa l'elogio dell'agricoltura, presentando tutti i vantaggi che essa offre, sia sul piano economico, sia su quello della salute fisica e morale, a chi la pratica. Inoltre esalta la caccia, in genere connessa con l'agricoltura, considerandola come attività propedeutica all'arte della guerra, in quanto esercita gli uomini alle fatiche estenuanti, alla veglia, al digiuno e ne irrobustisce il corpo.(R.Di Pilla- L.Roberti.Aionios peghe. Loffredo Napoli).
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