mercoledì 13 novembre 2024




          L'AGRICOLTURA nella STORIA

           "ITALIA FELIX" e curiosità                                           ventunesima puntata

  GIUSTINIANO è, però, soprattutto ricordato per il                      riordinamento giuridico dell'Impero, con la raccolta di tutto                  il Diritto pubblico e privato. Per suo ordine si ha la stesura del "CORPUS IURIS CIVILIS", detto anche Codice giustinianeo,           in 12 libri. Il "Corpus iuris civilis" ha fatto si che tutto l'impero tornasse sotto un'unica legge ed ancora oggi esso è considerato             base del Diritto civile moderno. l'opera di Giustiniano è stata         valida anche in politica estera. Grazie al contributo del generale BELISARIO, vengono riconquistate l'Africa, la Sardegna, la Corsica e le Baleari. Più difficile è la conquista dell'Italia. Sbarcato in Sicilia, preziosa fonte di rifornimento di grano per i Goti, Belisario si spinge fino a Roma. Richiamato in Oriente Belisario, i Goti, sotto la guida di TOTILA, rioccupano quasi tutta la penisola. La guerra gotica, di cui ci parla Procopio di Cesarea, dura diciotto anni e lascia l'Italia stremata. Centri abitati sono saccheggiati e distrutti, campagne spopolate ed incolte, intere regioni ridotte a deserto a causa di gravi epidemie. Giustiniano, considerando l'Italia, liberata dai Goti, una provincia, impone tasse e balzelli pesantissimi, soffocandola con un opprimente fiscalismo, impedendo qualsiasi ripresa economica. Anche il numero degli abitanti diminuisce rapidamente. Persino le grandi città sono deserte, mentre una folla di mendicanti bussa ogni giorno ai conventi per essere protetta e sfamata (A.Brancati, T.Pagliarani-Dall'età dei Severi alla metà del Trecento-La Nuova Italia Ed.).La pressione fiscale bizantina è durissima. Infatti gli agenti del fisco, quando si presentano, non solo misurano i campi, controllano gli alberi e le viti, prendono nota di tutti gli animali, ma vogliono anche contare gli uomini. A tal fine riuniscono tutti gli abitanti delle città e delle campagne nelle pubbliche piazze, insieme ai propri figli e a tutti i servi. Si assiste a scene pietosissime, infatti i presenti sono sottoposti a crudi tormenti e percosse, per ottenere informazioni relative a ciò che posseggono. A peggior desolazione, si aggiungono nel corso dei secoli inondazioni, incendi, terremoti, a cui non vi è possibilità di porre rimedio alcuno. A Roma, in paurosa decadenza, la popolazione si va raccogliendo soltanto su alcuni colli intorno al Tevere. Là dove c'erano quartieri di case cresce l'erba e torna la palude. La vita si svolge ben povera. Agli scambi ad ampio raggio, si sostituiscono forme di produzione che servono solo al consumo interno di ogni città. Si produce soltanto ciò che serve per vivere e per sopravvivere. Si torna al baratto. Di tutte le città dell'Italia solo RAVENNA, sede del governo, trae vantaggi dalla dominazione bizantina.        


domenica 6 ottobre 2024

 

          L'AGRICOLTURA nella STORIA

           "ITALIA FELIX" e CURIOSITA'

                       ventesima puntata

 Mentre quello d'Occidente, sconvolto dalle invasioni barbariche, crolla definitivamente, l'Impero Romano d'Oriente dà prova di maggiore vitalità. Esso poggia su una struttura fortemente centralizzata. L'Imperatore è, al tempo stesso,      capo politico e capo religioso dello Stato (Cesaropapismo). GIUSTINIANO, salito sul trono  di Costantinopoli nel 527, accentra, nelle proprie mani , tutti i poteri dello Stato. In particolare, sul piano economico, si preoccupa di difendere la piccola proprietà contro la prepotente invadenza dei grandi latifondisti. Favorisce lo sviluppo dell'industria serica, dopo che due monaci importano dall'Oriente il bozzolo del baco da seta. La leggenda narra di due monaci greci che, di ritorno dall'India, per incarico dell'imperatore Giustiniano, portano da Costantinopoli delle uova del baco da seta, nascoste nei loro bastoni di bambù. In Italia la bachicultura ha trovato le condizioni ideali per lo sviluppo e per lungo tempo il nostro paese è stato tra i maggiori produttori mondiali di seta. Poichè il baco si nutre della foglia del gelso si avvia un'importante coltivazione di esso. Attualmente è il Veneto la zona dedita a questa particolare coltivazione, in quanto Il gelso predilige terreni leggermente acidi, ma dimostra una grande adattabilità e si è espanso fino a quote di 800-1000 metri sul livello del mare. IL periodo ideale per mettere le piante a dimora è il tardo autunno o inizio primavera (coltivazione del gelso-Venetoagricoltura.luglio2020-pdf). A questo punto, con un volo pindarico, Esiodo ed io ci spostiamo in Italia nel periodo di Ferdinando IV di Borbone, nel 1773. Infatti, in tale periodo è istituita dal re la Colonia dei setaioli , nel piccolo borgo di San Leucio, nel napoletano e precisamente a Caserta. Il re accarezzava il sogno di una città industriale. Il progetto è avviato con la costruzione della Reggia di Caserta e si viene a trovare al centro di una delle più straordinarie iniziative del '700 campano. Infatti Ferdinando IV vuole realizzare una colonia con un proprio statuto, dedita al lavoro della seta, creando una seteria, ovvero una fabbrica di tessuti, un vero e proprio modello industriale, con autonomia economica. La seteria è un'industria di Stato, al servizio della collettività, con uno statuto particolarissimo. Tre sono i cardini intorno cui ruota la Costituzione di San Leucio: l'educazione, la buona fede e il merito. Tutto inizia dal baco da seta, allevato nelle case del casertano, dai primi filatoi e dai telai fino alla costruzione di una grande filanda. Nel 1773 re Ferdinando IV ,attratto dal bosco di San Leucio, intorno alla residenza dei Principi Acquaviva, lo fa recintare. Poi, preoccupato del futuro di tanti fanciulli del borgo, privi di istruzione e di educazione, fa istituire la prima scuola obbligatoria gratuita in Italia. Per procurare ,poi, loro un lavoro introduce una manifattura di sete grezze. Per insegnare la lavorazione chiama i maggiori specialisti nell'arte della seta. Incentiva la coltivazione del gelso e la bachicultura per la produzione del baco da seta. La manifattura della seta impegna maestranze sia maschili che femminili. Le donne godono di una totale parità e ricevono dal re una dote per sposare un appartenente alla colonia. I lavoratori delle seterie ricevono una casa all'interno della colonia. E' abolita la proprietà privata, garantita l'assistenza agli anziani e agli infermi. (BelvederediSanLeucio. It/home-deff/il museo). La produzione della seta sostiene lo sviluppo di un'ampia rete stradale e fluviale, che diviene ,ben presto, un ponte di scambio tra Oriente ed occidente, contrastando, così, i danni di una pesante disoccupazione.   

giovedì 19 settembre 2024

  1.  



           L'AGRICOLTURA nella STORIA

          "ITALIA FELIX" e CURIOSITA'

                 Diciannovesima puntata

Sulle rovine dell'Impero d'Occidente sorgono i REGNI ROMANO-BARBARICI. Ultima a cadere sotto la dominazione barbarica è L'ITALIA. Nel 488 gli Ostrogoti muovono alla volta della nostra penisola sotto la guida di TEODORICO. Dotato di  eccezionale vigore e di grande ingegno, profondo ammiratore della civiltà latina, sogna di poter fondere in un solo popolo Romani e Goti. Egli, infatti, dopo aver distribuito un terzo delle terre alla sua gente, senza però colpire la piccola proprietà terriera, ormai quasi distrutta dall'imperante latifondismo, mira alla collaborazione con l'elemento romano. Sceglie, come suoi collaboratori, CASSIODORO, senatore e letterato di gran fama, e SEVERINO BOEZIO, studioso della classicità. Si adopera per la ripresa dell'agricoltura e del commercio, procede a distribuzioni di viveri gratuite, secondo un'antica tradizione imperiale. Sia Esiodo che io siamo incuriositi dalla figura di CASSIODORO, che, immediatamente, risponde alla nostra chiamata. Ci racconta che è nato nel 490, da una nobile famiglia ed è morto nel 583. E' stato funzionario di Teodorico. Tenta di gettare ponti tra Romani e Goti, fra Cattolici e Ariani, tra la cultura greca e quella latina, tra la cultura pagana e la cultura cristiana. Scrive un'enciclopedia "ISTITUTIONES DIVINARUM ET SAECULARUM LITTERARUM" e "VARIAE". Fonda in Calabria, a Squillace, un Monastero, "IL VIVARIUM". Al suo interno istituisce un centro studi e una biblioteca. Nel cap XXIX delle "Istitutiones",Cassiodoro indica la posizione del monastero:<< La posizione del Monastero vivariense vi invita a preparare molte cose per i pellegrini e i poveri, perchè avete orti, provvisti di acqua e il vicino corso del torrente Pellena, ricco di pesci....>>(Skuola. net). A questo punto mi rivolgo ad Esiodo evidenziando come questa indicazione sia per me di particolare interesse, perchè la Calabria, con il suo mare e le sue spiagge, mi è sempre piaciuta molto. Tratteniamo, dunque ,con noi, questo scrittore così poliedrico. Egli ci parla del "Vivarium" e mi fa venire il desiderio di recarmi a visitarlo. Apprendiamo che il Monastero ha preso il nome da una serie di vivai di pesci, fatti predisporre dallo stesso Cassiodoro. La loro presenza rappresenta un forte valore simbolico, legato al concetto di Cristo ( nel Nuovo Testamento i pesci sono associati al racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci- nel Vangelo, poi, Gesù dice a Simone "non temere; d'ora in poi sarai pescator di uomini"). (Wikipedia). Anche SEVERINO BOEZIO, contemporaneo di Cassiodoro, nasce a Roma nel 480, da famiglia aristocratica ed è Consigliere e Ministro di Teodorico. Caduto in disgrazia, perchè sospettato di tradimento, viene incarcerato a Pavia e condannato a morte nel 526 . In carcere scrive il "De consolatione Philosophiae", dialogo tra sè stesso e la filosofia, composto da prosa e versi, alla luce del pensiero platonico. L'opera ha avuto una grande fortuna nel Medioevo ed è stata ammirata da Dante e Petrarca. Boezio cerca di conciliare la filosofia greca con la tradizione cristiana: Platonismo e Cristianesimo.(Skuola.net/appunti-italiano/lett. medioevale).





domenica 14 luglio 2024

 

            L'AGRICOLTURA nella STORIA

            "ITALIA FELIX" e CURIOSITA'

                       Diciottesima puntata

Dopo la deposizione di Romolo Augustolo, si è soliti far terminare la storia antica e cominciare quella del Medioevo. Gli storici assegnano al medioevo, cioè al periodo intermedio tra l'antichità e i tempi moderni, una durata di circa dieci secoli e precisamente dal 476, anno in cui è stato deposto l'ultimo imperatore romano d' Occidente, al 1492, anno della scoperta dell'America. E' stato un complesso di eventi che, nel suo insieme, ha determinato profondi rivolgimenti e mutamenti delle caratteristiche essenziali della società classica, dando origine ad una civiltà diversa. Possiamo ritenere che il declino dell'Impero d'Occidente e il conseguente passaggio dall'Antichità al Medioevo è stato determinato da alcuni avvenimenti verificatisi nel IV e V secolo d.C. quali:

1) la trasformazione della Costituzione Romana;

2) la disastrosa situazione economica creata dal latifondismo ,(<< latifundia Italiam perdidere>>, scrive Plinio il Vecchio), dal conseguente depaperaumento dell'economia agricola e dal sorgere di forme coattive di lavoro e di grame condizioni di vita, specie fra le masse contadine;

3) il fenomeno della provincializzazione e della barbarizzazione dell'esercito;

4) la piena decadenza delle attività commerciali a causa della crisi finanziaria, delle continue guerre e della progressiva diminuzione delle fonti di produzione;

5) l'anarchia che rende difficile riscuotere i tributi per il disordine amministrativo e la diserzione dei contribuenti;

6) il trionfo del Cristianesimo;

7) le numerose invasioni. I barbari si mescolano alle popolazioni conquistate, ne assimilano la cultura e la religione, dando luogo ad una nuova società: la società medioevale. una vecchia tradizione considera il Medioevo come un'età barbara, tra la civiltà classica e quella rinascimentale. Questa posizione è ,ormai, superata, infatti, i popoli barbari, stabilitisi nel territorio romano, ne assimilano la cultura e si inciviliscono ; così dall'incontro di genti tanto diverse per origine, lingua e tradizioni, nascono nuove usanze, nuove leggi, nuove lingue. Proprio in seguito a questo processo di assimilazione è nata l'Europa, che, nelle sue diversità nazionali ha tre fondamenti comuni di civiltà: la tradizione romana, l'eredità germanica, la continua azione del cristianesimo.   

sabato 1 giugno 2024

 



            L'AGRICOLTURA nella STORIA

            "ITALIA FELIX" e CURIOSITA'

                      Sedicesima puntata

Il secondo secolo dell'Impero, sotto il governo di Adriano(117-138), di Antonino Pio (138-161), di Marco Aurelio (161-180(, è stato celebrato dagli storici antichi e moderni come l'era di prosperità per l'impero romano. La pace regna all'interno, e fino a Marco Aurelio non vi sono neppure guerre esterne; gli imperatori sono tolleranti, preoccupati solo del bene pubblico, pieni di spirito filantropico. 

Nel III secolo LUCIO SETTIMIO SEVERO diviene imperatore, dando, così, origine alla dinastia dei Severi, che regna fino al 235. Istituisce "L'ANNONA MILITARIS". In base ad essa ogni proprietario terriero agricolo è tenuto a consegnare allo Stato una parte del raccolto per l'approvvigionamento delle truppe. La quota è fissa e non tiene conto delle calamità che, in quel periodo, hanno colpito i terreni agricoli. Questo determina, in molti casi, l'abbandono delle campagne e il rifugiarsi nelle città, intensificando il fenomeno dell'urbanesimo. Fioriscono i commerci, le città si arricchiscono di splendidi monumenti, nuove città sono costruite, nuove terre sono destinate alla coltivazione intensiva. L'Impero di Roma diventa veramente universale. 

Nei primi secoli dell'Impero, Roma non fa più guerre di conquista e si limita a conservare i confini, lungo i quali ha fatto costruire dalle sue legioni una linea di difesa (limes), quasi ininterrotta. Soprattutto nel II secolo d.C. gli imperatori si preoccupano delle condizioni di vita di tutti i popoli soggetti, mentre Roma e l'Italia si avviano ad una decadenza economica e politica. 

Momenti fondamentali dell'età imperiale sono l'Editto di Caracalla nel 212 d.C. che estende la cittadinanza romana a tutti i membri dell'Impero, e la tetrarchia, ossia la divisione dell'Impero fra quattro persone, operata da Diocleziano, che governa dal 284 al 305. DIOCLEZIANO prende una serie di provvedimenti per impedire lo spopolamento delle campagne. Poiché i contadini tendono a trasferirsi in città, a causa dei loro bassi redditi e delle sempre più sfavorevoli condizioni di vita, egli proibisce ai coltivatori di lasciare la terra del padrone, considerandoli di padre in figlio, di generazione in generazione, appartenenti alla terra come le piante e gli animali, comprati e venduti insieme alla terra.(A. Brancati. L'uomo e il tempo. la Nuova Italia Editrice). 

Dal 235 al 268 un altro periodo di guerre civili travaglia l'impero. Si diffonde un sentimento di sfiducia verso lo Stato, che opprime la popolazione con pesantissime tasse. I cristiani , che rifiutano il culto imperiale, e predicano l'amore verso il prossimo, costituiscono un altro fattore di indebolimento. le attività economiche subiscono un decisivo rallentamento a causa delle guerre che sottraggono masse di giovani alle attività produttive. 

Inoltre, una grave crisi monetaria fa si che in alcune zone si ritorni addirittura allo scambio di prodotti e al pagamento in natura. A tutto ciò si aggiungono i danni prodotti dalla peste bubbonica, che provoca una ulteriore riduzione della manodopera e un calo di produzione, con conseguente rialzo dei prezzi. In  Italia, mentre l'urbanesimo causa lo spopolamento delle campagne, la produzione rimane a livello domestico. L'Italia perde, così, il primato economico detenuto fino ad allora.   

      

 

martedì 14 maggio 2024

 



                    L'AGRICOLTURA nella STORIA

          "ITALIA FELIX" e CURIOSITA'

                    Quindicesima puntata

I Romani, in età imperiale introducono in agricoltura macchine complesse come la falciatrice meccanica e il mulino ad acqua. La prima, costituita da un carro spinto da un bue, ha , nella parte anteriore, un insieme di falci destinate a tagliare le spighe di grano che vengono, poi, raccolte sul fondo del carro stretto in movimento; la seconda, il mulino ad acqua, è stata costruita, per la prima volta, in Gallia e si è diffusa, in seguito, un pò dovunque. Intorno al 200 a. C. ne esiste uno dotato di ben 16 ruote idrauliche, che azionano 32 macine, le quali riescono nelle ventiquattro ore, a produrre sino a 28 tonnellate di farina. Si discute, a questo punto, di CALPURNIO SICULO, che, molto probabilmente, è vissuto a Roma, durante il principato di Nerone. L'imperatore viene, infatti, descritto da Calpurnio come un giovane simile a Marte e ad Apollo. La sua salita al potere è vista come l'età dell'oro ed è preannunziata dalla apparizione di una cometa. E una cometa appare poco prima della morte di Claudio, imperatore romano, che ha preceduto il regno di Nerone. Calpurnio scrive 7 elegie e, con molta probabilità, la " De Laude Pisonis". Meliboeus il patrono del poeta, è stato identificato con Columella o con Seneca il Giovane. Il suo modello è, chiaramente, Virgilio, al quale, sotto il nome di Tityrus, egli parla con molto entusiasmo. Segue anche Ovidio e Teocrito. La natura diviene per lui un pretesto per una ingegnosa adulazione ,condotta con molto garbo e ingenuità.(it.Wikipedia.arg/Wiki/Tito Calpurnio Siculo).

Altro personaggio su cui si ferma l'attenzione dei presenti è PETRONIO ARBITRO. Tutto è incerto intorno alla sua vicenda umana; anche l'epoca precisa in cui è vissuto. Solo alcune pagine di Tacito ci permettono di conoscere, anche se marginalmente, quella che è stata la sua vita. Un mistero circonda la sua identità. Tacito, negli "Annales", ci parla di un Petronio Niger, che nel suo romanzo, " IL SATYRICON", fa riferimento all'ambiente della corte neroniana. Troviamo anche riferimenti alla crisi della viticultura e della agricoltura italica. Uomo alquanto originale è riuscito ad accattivarsi le simpatie del popolo romano. Fatto proconsole e, poi, console in Bitinia, si è dimostrato all'altezza della situazione. Abbandonate le cariche, è stato accolto tra i pochi favoriti di Nerone, che lo ha nominato ARBITER del buon gusto e dell'eleganza. Tigellino, geloso del suo successo, lo accusa di aver partecipato alla congiura dei Pisoni. E', dunque, costretto a suicidarsi, tagliandosi le vene. Il Satyricon, piuttosto che un lungo romanzo, ben sedici libri, si può ritenere una raccolta di novelle, inserita in una cornice unitaria.