L'AGRICOLTURA nella STORIA
"ITALIA FELIX"
Ventottesima puntata
Esiodo è molto interessato al periodo medioevale e al rinascere della vita e della cultura dopo il Mille. Al tempo stesso gradirebbe conoscere gli autori più significativi del Medio Evo, soprattutto quelli che hanno tentato di conciliare la cultura classica con quella cristiana. Sicuramente si muove in questa direzione SAN GIROLAMO, che si avvicina. Ci dice che è nato a Stridone, in Dalmazia, vero il 340. Ha studiato a Roma, sotto la guida di Elio Donato, grande grammatico .Spinto da una profonda inquietudine viaggia molto sia in Occidente che in Oriente. Ci racconta che una notte, durante una malattia, gli è sembrato di essere trascinato davanti al tribunale di Dio e di essere flagellato. E' accusato di essere ciceroniano e non cristiano ( Ciceronianus es ,non Cristianus). Chiedendo perdono ha giurato che non avrebbe più letto libri pagani. Dopo un periodo di eremitaggio giovanile, torna a Roma e diventa segretario di papa Damaso. A Roma è direttore spirituale di un gruppo di nobildonne, tra cui Marcella e Paola e le figlie, Blesilla e Eustochio. Si allontana da Roma per le critiche e si stabilisce a Betlemme, dove fonda monasteri maschili e maschili e femminili. Muore a Betlemme nel 420. Egli raccomanda non soltanto la preghiera e la lettura dei testi sacri, ma anche il lavoro manuale e agreste. E' con il lavoro che si vincono le tentazioni. Ha scritto tre vite di Santi monaci: Malco, Paolo e Ilarione, la versione latina del Nuovo e dell'Antico Testamento, un " Epistolario" e molte altre opere. Per spiegarci la sua dimensione del vivere ci riferisce un aneddoto molto significativo, tratto da " La vita Malchi", l'esempio delle formiche, in cui egli parla in prima persona : "Mentre così andavo pensando, scorgo una moltitudine di formiche brulicanti in un angusto calle. Avresti potuto vedere pesi, portati da esse, più grossi dei loro corpi. Alcune trascinavano con la tenaglia della bocca ceri semi di erbe, altre portavano fuori dai fossi la terra e ostruivano con mucchi di terra il passaggio delle acque. Memori dell'inverno che sarebbe venuto, queste, per impedire che la terra inumidita cambiasse in un erbaio i granai, tagliavano i semi che avevano portato dentro, quelli portavano fuori, in lunghi cortei funebri, i corpi delle formiche morte. E ciò che era più mirabile, in un così fitto movimento di schiere, chi usciva non era di ostacolo a chi entrava, anzi si facevano sotto con i loro dorsi e li aiutavano. A che aggiungere altro ? Quel giorno mi offrì uno spettacolo bellissimo. Per effetti di esso, ricordandomi di Salomone, il quale ci propone a modello la solerzia delle formiche, e cerca di incitare con l'esempio le menti impigrite, cominciai a sentire fastidio della prigionia, e a cercare le cellette del monastero (e a desiderare di imitare quelle formiche) dove si lavora in comune, e nulla è proprio di ciascuno, ma tutto è di tutti ( trad. Cataudella ).(A. Reynaud. R. Andria-Echi di Roma antica- Fratelli Ferraro Ed.). Con Esiodo abbiamo convenuto che l'insegnamento delle formiche è sicuramente valido anche oggi, soprattutto nel settore dell' agricoltura.. Abbiamo, infatti, ricordato il nascere nell'epoca attuale di tante cooperative agricole.
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