DECIMA GIORNATA – NOVELLA N.10
Il marchese di Salluzzo,
costretto dalle preghiere dei suoi uomini a prender moglie, per prenderla di
suo gusto , sceglie la figliuola di un contadino da cui ha due figli, i quali
le fa credere di aver ucciso. Poi le dice di non amarla più e di aver preso
un’altra moglie, portandole in casa la propria figliuola come se fosse sua
moglie. Avendola cacciata di casa in camicia, vede che ella sopporta ogni cosa
con pazienza. Per questo la riprende in casa più cara che mai, le mostra i suoi
figli ,ormai grandi, e come marchesa la onora e la fa onorare.
Finita la lunga novella, che era
piaciuta a tutti, Dioneo, ridendo, disse che il buon uomo che aspettava la
notte seguente per far abbassare la coda ritta del fantasma, avrebbe pagato
pochi soldi per tutte le lodi che esse rivolgevano a messer Torello.
Poi, dato che toccava solo a lui
raccontare, cominciò dicendo che, come a lor tutte era chiaro, quel giorno era
stato dedicato a re, a sultani e a gente di quel genere. Non si sarebbe,
dunque, allontanato di molto perché voleva parlare di un marchese, non per la
di lui magnificenza, ma per la sua matta bestialità.
Anche se , alla fine, la vicenda si
concluse per il meglio, non consigliava a nessuna di loro di seguire
quell’esempio.
Molto tempo prima, tra i marchesi
di Salluzzo, vi fu ,come capofamiglia, un giovane chiamato Gualtieri.
Costui, essendo senza moglie e
senza figli, spendeva il suo tempo nell’andare a caccia di uccelli e di altri
animali, né aveva alcuna intenzione di prender moglie e si riteneva per questo
molto saggio.
I suoi sudditi più volte lo
pregarono di ammogliarsi, affiché egli non rimanesse senza eredi e loro senza
signore.
Si offrirono di trovargliene una
che discendesse da padre e madre di nobili origini, che potesse accontentarlo.
Ad essi Gualtieri rispose che era
ben deciso a non prendere mai moglie, per timore di potersi imbattere in una
donna non adatta a lui. Il dire che gli avrebbero scelto una donna che avesse
come garanzia i costumi del padre e della madre, non lo rassicurava perché
quella era una sciocchezza. Infatti, spesso, le figliuole erano dissimili dai
padri e dalle madri.Li voleva accontentare, ma voleva scegliere una moglie che
gli piacesse, in modo che, se le cose fossero andate male, doveva prendersela
solo con sé stesso.
Aggiunse che voleva trovarsela egli
stesso e che la sua sposa doveva essere onorata da tutti loro.
I suoi uomini risposero che erano
contenti, l’importante era che prendesse moglie.
Già da tempo erano piaciuti a
Gualtieri i costumi di una povera giovinetta, che abitava in un villaggio
vicino a casa sua. Gli sembrò molto bella e ritenne che con lei avrebbe vissuto
una vita felice.
Decise, quindi, di volerla sposare
e, fattosi chiamare il padre, che era poverissimo, si accordò di prenderla in
moglie. Fatto ciò, radunò tutti i suoi amici e disse loro che stava per
soddisfare il loro desiderio.
Gli avevano promesso che sarebbero
stati contenti ed avrebbero onorato qualsiasi donna avesse scelto. Era giunto
il momento per lui di mantenere la sua promessa ed anche per loro.
Aveva trovato una giovane che gli
piaceva lì vicino, intendeva prenderla in moglie e portarla a casa di lì a
poco.
Pensassero loro a preparare una
bella festa di nozze per poterla ricevere con onore, in modo che fossero tutti
soddisfatti di aver rispettato le promesse fatte.
I suoi sudditi, ben
lieti,assicurarono che avrebbero rispettato e onorato la moglie del loro signore.
Poi tutti si misero a preparare le
nozze, fastose e ricche,invitando i loro amici, i parenti e gli altri
gentiluomini del luogo. Lo stesso fece Gualtieri ,che fece ,inoltre, cucire
ricchi abiti, provandoli su una giovane che fisicamente gli sembrava che
somigliasse alla giovinetta che stava per sposare.
Oltre a ciò, predispose cinture e
anelli e una ricca e bella corona e tutto ciò che si addiceva ad una novella
sposa.
Giunto il giorno fissato per le
nozze, Gualtieri verso le otto di mattina montò a cavallo insieme con alcuni
che erano venuti ad onorarlo e, avendo organizzato ogni cosa, disse” Signori, è
giunto il momento di andare a prendere la novella sposa”.
Si misero in viaggio e, dopo poco,
giunsero alla villetta.
Nei pressi della casa del padre
trovarono la giovane che tornava dalla fonte con l’acqua, in gran fretta per
andare a vedere la sposa di Gualtieri.
Come il gentiluomo la vide ,la
chiamò per nome, cioè Griselda, e domandò dove fosse il padre. Ella,
timidamente, rispose che era in casa.
Gualtieri, entrato in casa, trovò
il padre di lei, che si chiamava Giannucolo, e gli disse “ Sono venuto per
sposare la Griselda, ma prima le voglio fare alcune domande, in tua presenza”.
Le chiese se, una volta diventata
sua moglie, si impegnava a compiacerlo, a non turbarsi per qualunque cosa egli
dicesse o facesse ,ad essere sempre obbediente ed altre cose simili.
Allora Gualtieri ,presala per mano,
la condusse fuori, alla presenza di tutta la sua compagnia, la fece spogliare
ignuda e rapidamente le fece vestire e calzare con gli abiti che aveva fatto
fare, e sui capelli, spettinati com’erano, fece mettere la corona.
A tutti , che lo osservavano
stupiti, spiegò che quella era la donna che aveva scelto come moglie, se ella
lo voleva come marito.
Poi, rivolto a lei, che se ne stava
vergognosa ed incerta, le disse “ Griselda, mi vuoi come marito?”.
Ed ella rispose “ Signor mio, si”.
Ed egli disse “ Ed io voglio te per
mia moglie”. Ed in presenza di tutti la sposò.
La fece montare su un cavallo e la
condusse a casa, dove fu fatta una festa di nozze ricca e bella, come se fosse
stata la figlia del re di Francia.
La giovane sposa mutò con gli abiti
anche l’animo e i costumi.
Oltre che bella divenne anche
attraente, piacevole e garbata, tanto che non sembrava essere stata figlia di
Giannicolo e guardiana di pecore, ma piuttosto la figlia di un nobile signore.
Ciò faceva meravigliare ogni uomo
che l’aveva conosciuta prima.
Inoltre era servizievole e
obbediente al marito, tanto che egli si riteneva il più contento e appagato
uomo del mondo.
Anche verso i sudditi del marito
era tanto garbata e gentile che non c’era nessuno che non l’amasse e la
onorasse, pregando per la sua salute.
Tutti, mentre prima dicevano che il
loro signore era stato poco saggio a prenderla in moglie, ora lo ritenevano
molto saggio perché aveva saputo vedere le grandi virtù della donna, nascoste
sotto i poveri panni e l’abito contadino.
In breve, Griselda seppe
conquistarsi l’affetto e la stima di tutti i sudditi.
Non molto dopo le nozze ella ingravidò
e partorì una bambina, con grande gioia di Gualtieri.
Poco dopo , il marchese ebbe uno
strano pensiero; volle provare con cose intollerabili la pazienza della moglie.
Dapprima la ferì con parole,
dicendole che i sudditi non erano contenti di lei per la sua umile condizione,
perché generava figli di umile origine, che erano scontenti della figlia che
era nata e mormoravano continuamente.
Udendo quelle parole, la donna,
senza cambiare espressione o buone intenzioni, disse “ Signor mio, fa di me
quello che ritieni più onorevole per te e ti dia più consolazione; io sarò
contenta ben sapendo che sono inferiore a loro e non sono degna dell’onore che
mi facesti”.
Gualtieri apprezzò molto quella
risposta, vedendo che la moglie non si era insuperbita per la condizione ,cui
era stata elevata.
Poco tempo dopo disse alla moglie
che i sudditi non potevano sopportare la fanciulla nata da lei e le mandò un
servo che, con viso molto triste, le disse “ Madonna, il mio signore mi ha
comandato di prendere la vostra figliuola per………” e più non aggiunse.
La donna, udendo le parole ,vedendo
il viso del servitore e ricordando le promesse da lui fatte, comprese che al
servo era stato ordinato di uccidere la figlia.
Prese la bimba dalla culla, la
baciò, la benedisse e, sebbene sentisse nel cuore un gran dolore, senza
cambiare espressione del viso, la pose in braccio al servitore ,dicendogli
“Tieni, fa ciò che il tuo signore ti ha ordinato, ma evita che le bestie e gli
uccelli la divorino, a meno che egli non te lo abbia ordinato”.
Il servitore prese la bimba e
riferì la risposta la risposta a Gualtieri che si meravigliò per la forza
d’animo della moglie.
Il signore mandò il servo con la
piccola a Bologna da una parente a cui l’affidò perché la crescesse e la
educasse come se fosse sua figlia.
In seguito la moglie ingravidò di
nuovo e, a tempo debito, partorì un figlio maschio, che fu molto caro a
Gualtieri.
Non soddisfatto di quello che aveva
fatto, con maggire crudeltà colpì la donna e le disse “ Donna, dopo che
partoristi questo figlio maschio, non ho potuto più vivere con i miei uomini
,perché essi si rammaricano che dopo di me debba divenire loro signore un
nipote di Giannucolo. Di questo mi preoccupo e ritengo che, se non voglio
essere cacciato, mi convenga fare ciò che feci l’altra volta e alla fine
lasciare te e prendere un’altra moglie”.
La donna, pazientemente, l’ascoltò
e rispose soltanto che egli doveva fare quello che riteneva di suo gradimento,
senza preoccuparsi di lei, a cui stavano a cuore solo le cose che piacevano a
lui.
Poco dopo Gualtieri, come aveva
mandato a prendere la figlia, mandò a prendere il figlio, e, facendole credere
di averlo ucciso, lo mandò a Bologna per farlo crescere, come aveva fatto con
la bambina.
La donna si comportò come aveva
fatto per la figlia, senza mutare espressione, né aggiungere altre parole.
Il marito si meravigliava molto
della cosa, pensando che nessuna donna poteva fare quello che la moglie faceva.
Sapeva che era saggia e affezionatissima ai figli, fino a che egli glielo
permetteva, altrimenti avrebbe pensato che non gliene importava niente.
I suoi sudditi credendo che il
signore avesse fatto uccidere i suoi figli ,lo biasimarono molto , lo ritennero
un uomo crudele e avevano grandissima compassione per la donna.
Ella, con le donne che si dolevano
con lei per la morte dei figli, disse soltanto che a lei piaceva ciò che
piaceva a colui che li aveva generati.
Passati diversi anni dalla nascita
della fanciulla, a Gualtieri sembrò fosse giunto il momento di provare ancora
una volta le capacità di sopportazione della moglie.
Con i suoi sudditi disse che non
poteva più tollerare di avere per moglie Griselda, che aveva sbagliato nello
sposarla e voleva chiedere al Papa una dispensa che gli consentisse di sposare
un’altra donna.
Gli uomini lo sconsigliarono ,ma
egli fu irremovibile.
La donna, sentendo quelle cose,
ritenne di dover tornare a casa a guardare le pecore, come aveva fatto da
ragazza, e di dover vedere un’altra donna a fianco dell’uomo cui voleva un gran
bene. Provò un grande dolore nel suo intimo, ma esternamente si dispose a
sopportare anche quella prova con viso fermo.
Non molto dopo Gualtieri fece
giungere da Roma alcune lettere false per far credere ai sudditi che il Papa
gli aveva concesso la dispensa di poter prendere un’altra moglie e di lasciare
Griselda.
La fece andare davanti a lui e,
alla presenza di molti, le disse “Donna, per concessione del Papa, posso
prendere un’altra donna e lasciare te. Poiché i miei antenati furono
gentiluomini e signori di queste contrade e i tuoi sono stati sempre
contadini,voglio che tu non sia più mia moglie e te ne torni a casa di
Giannucolo, con la dote che mi portasti .Io porterò qui, come moglie, un’altra
donna che ho trovato, più adatta a me”.
Griselda, faticosamente, oltre la
natura delle donne, trattenne le lacrime e rispose “Signor mio, ben sapevo che
la mia umile condizione non si addiceva, in alcun modo, alla vostra nobiltà.
Tutto ciò che ebbi da voi e da Dio lo ritenni un dono, non per sempre, ma dato
in prestito. Se a voi piace riprenderlo, a me non deve dispiacere rendervelo.
Ecco l’anello con cui mi sposaste, prendetelo. Ordinatemi di riportarmi
indietro la dote che vi recai, non ci sarà bisogno di una borsa ,né di un
somaro, perché non ho dimenticato che mi aveste ignuda. Se ritenete onesto che
questo mio corpo, nel quale ho portato i figli generati da voi, sia veduto da
tutti, me ne andrò ignuda. Ma, vi prego, in premio della verginità che vi
recai, che possa portare con me almeno una camicia, oltre la mia dote”.
Gualtieri ,che pure aveva voglia di
piangere, con viso duro ,le consentì di portare con sé una camicia.
Tutti coloro che erano presenti lo
pregarono di donarle degli abiti ,perché colei che era stata per tredici anni
come sua moglie in quella casa non fosse veduta uscirne così vergognosamente e
poveramente in camicia.
Ma a nulla valsero le preghiere e
la donna, raccomandati tutti a Dio, in camicia, scalza e senza alcun copricapo,
uscì di casa e se ne tornò dal padre, mentre tutti coloro che la videro andar
via piangevano.
Giannucolo, che non aveva mai
ritenuto vero che Gualtieri l’avesse sposata, si aspettava ogni giorno che
quell’evento accadesse, perciò le aveva consegnato i vestiti che si era tolta
quando il marchese l’aveva sposata. Glieli portò e Griselda, dopo essersi rivestita,
si mise a fare nella casa paterna piccoli servizi, come era solita fare,
sopportando con animo forte i duri colpi della fortuna nemica.
Gualtieri, mandata via la moglie,
fece credere a tutti i sudditi che aveva scelto una figliuola dei conti di Panico.
Ordinò che si facessero grandi preparativi per le nozze e mandò a chiamare
Griselda, chiedendole di preparare le camere e tutte le altre cose necessarie
per ricevere con onore la nuova sposa. Aggiunse che nessun’altra donna avrebbe
potuto farlo meglio di lei , che era di casa. Concluse dicendo che poteva
invitare tutte le donne che voleva e riceverle come se fosse stata la padrona
di casa. Poi, celebrate le nozze, se ne poteva tornare a casa sua.
Anche se quelle parole furono una
pugnalata al cuore, Griselda, non avendo potuto togliersi dalla mente l’amore
che gli portava, rispose “ Signor mio, sono pronta”.
Entrata con le vesti contadinesche
in quella casa da cui poco prima era uscita in camicia, cominciò a spazzare, ad
ordinare le camere, a porre drappi nelle sale, a far preparare le pietanze per
il banchetto ed ogni altra cosa, come se fosse una piccola servetta della casa.
Non si fermò mai finché non ebbe sistemato tutto come era conveniente. Fatto
ciò, invitò tutte le donne della contrada e cominciò ad attendere.
Gualtieri aveva fatto allevare i
figli a Bologna da una sua parente sposata, che viveva in casa dei conti di
Panico. La fanciulla aveva già dodici anni ed era la più bella cosa che si
potesse vedere , il fanciullo aveva sei anni. Mandò a dire al suo parente di
andare con la figlia e il figlio a Saluzzo, di portare una bella compagnia e di
dire a tutti che conduceva la fanciulla in sposa al marchese. Gli raccomandò di
non dire a nessuno chi ella fosse realmente.
Il gentiluomo fece come il marchese
gli aveva chiesto, si mise in cammino e, dopo pochi giorni, con la fanciulla,
il fratello e tutta la compagnia, all’ora di pranzo, giunse a Salluzzo. Lì
trovò tutti i paesani ed altri invitati che attendevano le novella sposa del
marchese.
La fanciulla, accolta dalle donne,
venne nella sala dove erano state messe le tavole.
Griselda, vestita con i suoi poveri
panni, le andò incontro lietamente e le diede il benvenuto.
Le donne, che avevano pregato
Gualtieri di lasciare che Griselda stesse in un’altra stanza o che potesse
indossare gli abiti che erano stati suoi, si misero a sedere e furono servite.
Tutti gli uomini lodarono molto la
fanciulla, ritenendo che il signore avesse fatto un buon cambio.
Anche Griselda lodava lei e il
fratellino.
Gualtieri, apprezzando molto il
comportamento della donna, vedendo che non si modificava per niente,
conoscendola bene, sapeva che cosa nascondeva sotto la sua espressione ferma.
La fece, dunque, chiamare e le
chiese che cosa le sembrava della sua sposa.
Griselda rispose “Signor mio, mi
sembra che vada molto bene; se poi è saggia quanto è bella, come credo, non
dubito che possiate vivere come l’uomo più felice del mondo. Ma, vi prego, non
date a questa quelle punture
che avete dato all’altra, che fu
vostra, perché credo che non le potrebbe sostenere. Infatti è giovane ed
,ancora, è stata allevata con raffinatezza, mentre l’altra era stata abituata
alle fatiche, fin da bambina”.
Il marchese ,poiché vide che
Griselda era convinta che la fanciulla dovesse essere sua moglie, pure ne
parlava bene, la fece sedere vicino a lui e le disse “Griselda, è tempo ,ormai,
che tu conosca il risultato della tua lunga pazienza e che coloro che mi hanno
ritenuto crudele, ingiusto, bestiale conoscano che facevo ciò per un fine
prestabilito. Volevo, infatti, insegnare a te ad esser moglie, a loro a
sapersela tenere, a me ad avere eterna tranquillità, finché vivessi, cosa che
temetti potesse non avvenire, quando ti
presi per moglie. Perciò così ti punsi e ti tormentai. Ma mi sono accorto che
non hai mai smesso di farmi piacere e di darmi quella consolazione che
desideravo. Desidero, dunque, renderti, in una sola ora, ciò che ti tolsi in
molte ore, e ristorarti, con molta dolcezza, delle punture che ti diedi. Sappi
che quella ,che credi sia una sposa, è tua figlia e il fratello è tuo figlio, i
quali tu e molti altri credeste, per
lungo tempo, che io, crudelmente, avessi fatto uccidere. Sappi che sono tuo
marito, ti amo sopra ogni altra cosa e ritengo di potermi reputare felice
perché ho una moglie come te”.
Così detto, l’abbracciò e insieme
con lei, che piangeva di gioia, andò verso la figlia che, sorpresa, sedeva ,
ascoltando quelle cose. Abbracciò teneramente lei ed il fratello, svelando a
tutti l’inganno.
Le donne, lietissime, finito il
pranzo, se ne andarono in camera di Griselda. Le tolsero i suoi panni
contadineschi e la rivestirono con abiti nobili e, come padrona, la
ricondussero nella sala, dove i figli e il marito l’accolsero con grande festa.
I festeggiamenti durarono per molti
giorni. Tutti reputarono molto saggio Gualtieri, sebbene ritenessero troppo
dure le prove cui aveva sottoposto la moglie. Ma, soprattutto, stimarono ancora
più saggia Griselda.
Dopo alcuni giorni ,il conte di
Panico ritornò a Bologna. Gualtieri tolse Giannucolo dal suo lavoro e se lo
portò con lui, come suo suocero, onorandolo e rispettandolo finché visse.
Infine, maritata degnamente la
figlia, visse con Griselda, onorandola più che poteva, a lungo e serenamente.
Si poteva, dunque, aggiungere che
anche nelle povere case piovevano dal cielo spiriti divini, mentre in quelle
reali uomini che non erano degni di guardare nemmeno i porci piuttosto che di
governare.
Chi avrebbe potuto sopportare con
viso non solo sereno, ma lieto, le prove crudeli cui Gualtieri sottopose
Griselda? Per lui sarebbe stato giusto che si fosse imbattuto in una donna che,
quando l’aveva cacciata fuori di casa in camicia, si fosse fatta scuotere la
pelliccia da un altro, in modo da ottenerne una bella veste.
Ho letto tutte e dieci le giornate e ogni novella è trascritta molto bene, è molto fedele al testo originale, grazie Luciana!
RispondiEliminaCaro/a Unknown, ti ringrazio tanto per aver letto tutte le novelle del Decameron e per aver compreso ed apprezzato la mia esigenza di rimanere il più fedele possibile al testo originario. grazie, grazie, veramente grazie.
EliminaGrazie mille per questo lavoro fantastico! Ho apprezzato sinceramente molto, ho letto tutte le novelle che hai parafrasato.
RispondiEliminaUna cosa spettacolare... E' molto difficile trovare parafrasi delle novelle e queste a mio parere sono fantastiche
RispondiEliminaOttimo lavoro, chiaro, puntuale e preciso. Sei stato d'aiutissimo, mai avrei pensati di comprendere così bene una novella di Boccaccio.
RispondiEliminaHo letto tutte le novelle per un esame! Grazie mille per questo stupendo lavoro
RispondiEliminaCi sono alcuni errori; qui per esempio il padre non "le aveva consegnato" i vestiti, ma "conservato". Lo dico come critica costruttiva. Anche io sto usando i testi per i miei alunni, ma non facciamolo sapere in giro, perché la maggior parte dei prof. si illude che gli studenti leggano Boccaccio in lingua originale, quando in realtà leggono i riassunti.
RispondiEliminagrazie mille
RispondiEliminaGrazieeee
RispondiEliminaQuali sono degli esempi delle figure retoriche presenti?
RispondiEliminaÈ un privilegio condividere questa miracolosa testimonianza al mondo. Sono Beth Walters dall'Inghilterra. Mio marito ha divorziato da me 4 mesi fa e sono stata piena di rimorso perché non sapevo cosa fare per correggere i problemi con mio marito. Ho cercato aiuto su Internet su come avrei potuto ottenere aiuto nel mio matrimonio e ho scoperto grandi testimoni su WEALTHY LOVE SPELL che è stato progressista con i suoi incantesimi. Mi sono messo in contatto con lui ed ecco, il dottor Wealthy mi ha detto che preparerà un incantesimo per me che riporterà indietro mio marito. Ero scettico ma non avevo altra scelta che lavorare con lui. 2 giorni dopo, mio marito mi ha chiamato dicendo che stava tornando a casa e da quel giorno fino a questo momento, abbiamo vissuto pacificamente. Ora è tornato con così tanto amore e premura. oggi sono felice di farvi sapere che questo incantatore ha il potere di riportare indietro gli amanti e la cosa più sorprendente è che il nostro amore è molto forte ora, ogni giorno è felicità e gioia. e non c'è niente come stare con l'uomo che ami. Consiglio vivamente il Dr.Wealthy a chiunque abbia bisogno di aiuto. Se hai qualche problema contatta Dr.Wealthy, ti garantisco al 100% che ti aiuterà !!.
RispondiEliminawealthylovespell@gmail.com
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doctor, i want to live in a bigger house, can you help me with some poison or potion based on frogs body?
EliminaGrazie!
RispondiEliminami chiedo come sia possibile parafrasare un testo così lungo e difficile complimenti dovreste metterci delle pubblicità al lato come premio per il vostro lavoro
RispondiEliminagrazie mille per tutto l'impegno, vi sono veramente grato per tutto il lavoro svolto
RispondiElimina