giovedì 30 ottobre 2014

SESTA GIORNATA - NOVELLA N.4

SESTA GIORNATA – NOVELLA N. 4

Cichibio, cuoco di Corrado Gianfigliazzi, con un’arguta risposta in sua discolpa, trasforma in riso l’ira di Corrado e scampa sé stesso dalle minacce di Corrado.

Finito il racconto di Lauretta, piacevolmente commentato, la regina diede ordine di continuare a Neifile.
La giovane cominciò dicendo che, sebbene l’ingegno pronto offriva parole belle e utili a chi parlava, la fortuna, alcune volte aiutava i paurosi, offrendo loro sulla lingua parole che chi parlava non avrebbe mai potuto trovare in situazioni tranquille, come voleva, appunto, dimostrare con la sua novella.     
Corrado Gianfigliazzi, come tutte loro avevano udito e veduto, era stato in Firenze un cittadino importante che si era dilettato di fare vita cavalleresca, andando continuamente a caccia con i suoi cani.
Egli con un suo falcone aveva ammazzato una gru , presso Peretola. Vedendo che era bella grassa e giovane, la mandò al suo cuoco veneziano, chiamato Chichibio, dicendogli che la arrostisse ben bene per la cena.
Chichibio, che sembrava un sempliciotto, preparò la gru, la mise sul fuoco e, prontamente, la cominciò a cuocere. Quando la gru era quasi cotta e mandava un ottimo profumo, una donnetta della zona, di nome Brunetta, di cui Chichibio era molto innamorato, entrò in cucina e, sentendo l’odore della gru e vedendola, pregò insistentemente Chichibio di dargliene una coscia.
Chichibio rispose ,in veneziano, che non l’avrebbe mai avuta da lui.
Brunetta ,offesa, ribatte che se non gliel’avesse data, non avrebbe avuto più niente che gli piacesse da lei.
Alla fine il giovane, per non rattristare la sua donna, staccata una delle cosce della gru, gliela diede.
Servì, poi, a cena a Corrado e ad un suo ospite la gru senza una coscia.
Corrado, meravigliatosi di ciò, gli domandò dove fosse finita l’altra coscia della gru.
Il veneziano bugiardo ,prontamente, rispose che le gru avevano una sola coscia e una sola gamba.
Corrado, turbato, rispose che non era possibile e che non era la prima volta che vedeva una gru.
Chichibio insistette e aggiunse che ,se il gentiluomo avesse voluto, glielo avrebbe fatto vedere dal vivo.
Corrado, per amore dei suoi ospiti, non volle continuare a discutere. Disse, comunque, che quella mattina stessa voleva andare a verificare se quello che il cuoco diceva  e che egli non aveva mai visto né sentito era vero. Giurava , sul corpo di Cristo, che se Chichibio aveva detto una menzogna lo avrebbe fatto conciare in tal maniera che ,finché fosse rimasto in vita, non avrebbe più dimenticato il nome di Corrado.
La mattina dopo, sul far del giorno, Corrado, la cui ira non era ancora svanita per il sonno, si alzò e comandò che fossero portati i cavalli.
Fatto montare Chichibio su un ronzino, lo condusse verso il fiume, sulla cui riva ogni giorno all’alba si vedevano le gru. Precisò che avrebbero presto visto chi aveva mentito la sera precedente se Chichibio o egli stesso.
Chichibio, vedendo che l’ira di Corrado ancora durava e che doveva dar prova di aver detto la verità, non sapendo come fare, cavalcava dietro al padrone, pieno di paura. Se avesse potuto, sarebbe fuggito, ma non potendo, guardava ora avanti, ora indietro, sicuro di vedere tutte le gru poggiate su due piedi.
Ma, giunti vicino al fiume, vide sulla riva ben dodici gru, le quali erano tutte ritte su un solo piede, come erano solite fare quando dormivano. Immediatamente le mostrò a Corrado dicendogli “ Messere, potete ben vedere come ieri sera io dissi la verità, che le gru hanno una sola coscia e un sol piede, come vedete guardando quelle che stanno là”.
Corrado gli disse di aspettare, perché gli avrebbe dimostrato che di gambe ,le gru, ne avevano due. E, fattosi più vicino a loro, gridò “Ho, ho”.
A quel grido le gru, mandato giù l’altro piede, cominciarono a fuggire..
Allora Corrado rivolto a Chichibio gli disse che era un imbroglione e doveva ammettere che le gru di gambe ne avevano due.
Chchibio, sbalordito, non sapendo egli stesso da dove gli venisse la risposta, replicò “Messere, è vero, ma voi ieri sera non gridaste “Ho, ho” ; che se aveste gridato come adesso, la gru ,sicuramente, avrebbe mandato fuori l’altra coscia e l’altro piede, come hanno fatto queste”.
 A Corrado quella risposta piacque tanto che trasformò in allegria e in riso tutta la rabbia e rispose, che Cichibio aveva proprio ragione, così avrebbe dovuto gridare la sera prima.
Così, dunque, la pronta e divertente risposta evitò a Chichibio la cattiva sorte e lo rappacificò con il suo padrone.







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